lunedì 13 maggio 2013

Casa di Alcesti

Oggi sono troppo predisposta a pubblicare post! ahah
In realtà anche questo sarà un post abbastanza corto e conciso, perché voglio raccontarvi brevemente l'esperienza della messa in scena di quest'anno! Come molti di voi sapranno faccio parte di una compagnia teatrale, i Volti del Kaos, che dal 2007 ha messo in scena delle rappresentazioni che per quanto mi riguarda sono geniali. Quest'anno abbiamo lavorato per mettere in scena "Casa di Alcesti", una tragedia che nasce dall'incontro e dal confronto di due famosissime tragedie: Alcesti di Euripide e Casa di Bambola di Ibsen con contaminazione da Misses Dalloway di V. Woolf.

La trama

La reggia di Fere, in Tessaglia, e una casa borghese del Nord Europa di fine Ottocento: due scenari diversi, due storie che si mescolano, due eroine, Nora ed Alcesti. La nostra messa in scena intreccia le vicende dell'Alcesti (tragedia composta da Euripide intorno al 438 a.C.) con quelle di Casa di Bambola (dramma del norvegese Ibsen del 1879). La protagonista, Nora, vestirà a tratti i panni della greca Alcesti: le due donne sono, infatti, accumunate dall'aver compiuto un grande sacrificio per il proprio marito, sebbene con esiti differenti. 
I corifei passeranno dall'ambientazione originaria, in cui vestono i panni dei cittadini tessali della reggia di Fere, alla scena moderna, dove diventeranno vere e proprie bambole, emblemi di una società borghese e perbenista. L'uso delle maschere, tutte uguali, sottolinea il conformismo di una società moderna che, in maniera severa e impersonale, esprime i propri giudizi senza curarsi della complessità delle situazioni né degli stati d'animo degli individui. 
Elemento unificante dell'intera messa in scena è la figura di Septimus, reminiscenza letteraria di Virginia Woolf. Egli rappresenta il "poeta pazzo", un artista schizofrenico perseguitato dalle Voci che ha in testa, sinistre figure che prendono corpo e lo tormentano con la loro presenza assumendo nel dramma, contestualmente, l'identità di diversi personaggi (Apollo, il dottor Rank, Anne-Marie...). La purezza del suo animo fa scaturire nel giovane una malattia mentale che lo porta progressivamente a distaccarsi dal rigore di una società in cui non riesce ad identificarsi. Ogni sua parola, apparentemente all'insegna della follia, è in realtà pervasa da una verità autentica e profonda proprio perché pura, incontaminata. Septimus riecheggia suggestioni pirandelliane in questo suo stato di alienazione che lo condurrà ad un esito tragico, ma forse inevitabile.
Su tutte le vicende dei personaggi incombe Anànke, dea della Necessità, una donna fatalmente attraente che ammalia gli individui con il suo canto seducente per poi travolgerli nelle maglie della sua rete di ineluttabilità. Nella parte greca prevarranno atmosfere funeree, ma accorate (sapientemente sottolineate dalla composizioni dei maestri Maniaci e Mosca), all'insegna del lutto e del compianto funebre; negli episodi moderni, invece, i toni si faranno più freddi e anonimi: il salotto ibesiniano si trasforma in una vera camera di tortura in cui i personaggi, confessando le proprie colpe, rivelano tutta la loro grettezza e disumanità. Al centro della scena solo un letto, simbolo di un'unione coniugale integra agli occhi esterni, ma lacerata al suo interno da contraddizioni profonde ed estremamente dolorose. 


Questa sono io che apro lo spettacolo con il mio monologo da Nora anziana. 


Questo qui è Septimus, nella sua scena iniziale, perseguitato dalle Voci (ovviamente come potete notare dai vestiti questa era ancora una prova, però, ho voluto inserire questa, perché mi piace di più sia per le espressioni sia per l'inquadratura rispetto a quella dello spettacolo!) 


Una bellissima Thanatos, la Morte, che viene a prendere Alcesti per condurla nell'Ade





 Questi sono i vari movimenti/scene del coro, che si snoda tra antica Grecia e Norvegia dell'Ottocento.


Nora sotto gli occhi della società e impaurita dalle minacce del procuratore Krogstad


Tre delle sei Voci che perseguitano Septimus. (Io, che impersonavo anche questa parte sono la ragazza di mezzo sulla sedia)


Alcesti, pronta a compiere il suo sacrificio per il marito Admeto


 La scena d'addio tra Alcesti ed Admeto, recitata tutta in greco antico e in trimetri giambici...



Anànke, la Necessità, incombe sulla scena.


Siamo ritornati nella modernità. Queste sono tutte e sei le Voci.


Torvald, il marito di Nora, sotto gli occhi della società: non oserà andarle contro e, perciò, perderà Nora, che, invece, sceglie di andare contro corrente e prendere in pugno la propria vita.


Nora nel suo momento di maggiore angoscia: sa che sta per perdere tutto: marito, figli, casa, reputazione. E' in balia dello sconforto e della disperazione.


Septimus, ormai completamente folle, decide di suicidarsi, precipitando nel vuoto.


Nora (parallelismo tra giovane e vecchia) piange disperatamente la morte del figlio. 


Ho fatto una selezione al fine di farvi un piccolo riassunto: fatemi sapere se vi è piaciuto :)
Adesso è tardi, vado a dormire!
Un bacio, Eli :)

P.s. 
Se siete curiosi o volete vedere più foto cercate su Facebook "Compagnia teatrale Don Bosco Ranchibile"! Troverete anche le foto delle rappresentazioni passate! :) 

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