giovedì 30 maggio 2013

Relazionarsi è già un casino in Italia... come sarà all'estero!?

"Capire tu non puoi, tu chiamale, se vuoi... emozioni" (L. Battisti)

Che gran casino i rapporti umani! Così spesso vulnerabili e soggetti ai dubbi, alle incomprensioni, alle difficoltà... Alle volte anche quelli che sembrano poter apparentemente contare su basi solide e sicure, possono essere minacciati da una sciocchezza! Ed è tutto così difficile... La vita è difficile; capire quale sia il modo migliore di comportarsi e rapportarsi agli altri, questo: questo è veramente difficile. Si ha sempre paura di sbagliare, di fraintendere, di dire qualcosa di più o qualcosa di meno, di sbagliare il bersaglio, di non colpire, di deludere, di fare un papocchio, insomma! Eppure chi si è mai sottratto a questo gioco? Specie quando ci sono di mezzo i sentimenti, tutti vogliamo dire la nostra e trattenere le parole, i pensieri, le frasi, sembra un'impresa così maledettamente ardua. Impossibile negarlo. Siamo tutti succubi della paura di non riuscire.
E io sto analizzando questo aspetto solamente per quanto riguarda l'Italia..cioè la Sicilia...cioè Palermo...cioè la mia esperienza...cioè...la mia vita. Cosa succederà una volta che sarò partita e lo scenario sarà completamente diverso? Come si metteranno le cose quando a mettersi in mezzo saranno le insicurezze sulle forme verbali o i termini da usare, sui modi di fare o il modo di dire le cose? Eheh, proprio un bel casino i rapporti. Esiste forse qualcosa di più complicato ed astruso?
Noi adolescenti, poi, abbiamo un modo tutto nostro di considerare la faccenda: nella maggior parte dei casi tendiamo a porci il doppio, anzi no che dico il triplo, dei problemi che potrebbe porsi una persona normale e, perciò, finiamo inevitabilmente per far soffocare la nostra esistenza in un'immensa quantità di insicurezze e perplessità...senza venire a capo del problema, ovviamente! Siamo veramente bravi noi ragazzi, veramente bravi. E non venite a dirmi che esistono persone del tutto calme e capaci di non agitarsi mai per una conversazione o per una semplice frase: non potrei crederci, non sarebbero umani, ma soltanto delle macchine. Le emozioni ed i sentimenti, infatti, per quanto complicati siano, sono le principali qualità che ci differenziano dai semplici animali. Certo, adesso direte che non è vero, che è la coscienza a creare quel profondo abisso tra gli uomini e i semplici "esseri", ma allora mi sorge spontanea una domanda: la coscienza non è forse la perfetta e precisa consapevolezza di ciò che il corpo e l'animo provano, oltre che di ciò che è giusto o sbagliato? E allora come si può negare che i sentimenti sono il motore primo della nostra esistenza? Come si può rinnegarli in nome di un'esistenza piatta e grigia e costruita esclusivamente all'insegna del "stronzo è meglio perché ci guadagno e non soffro"?
Io credo ancora in un mondo retto dall'altruismo e dalla gentilezza, dove nessuno deve nascondere nulla, a partire dalle proprie emozioni. Sarò folle, avrò anche una visione utopistica, ma non posso minimamente accettare una realtà sterile come quella che molti cercano di profilarci! Assolutamente...! E se anche dovessi essere l'unica a pensarla in questo modo...beh, almeno potrei dire di aver qualcosa per cui essere speciale, per cui possa pienamente definirmi 'diversa' e non 'omologa' agli altri.
Sono convinta di ciò che dico: l'amore, intenso in qualunque modo si voglia, prevale sempre nelle nostre scelte. Non si può fare a meno di esso. E' l'ossigeno della nostra anima, è il cemento della nostra vita. Abbiate coraggio ed amate: profondamente, disperatamente, eccezionalmente, alla follia! 
Una vita senza amore è come un campo non coltivato: un dispiacere per gli occhi ed un totale spreco dei propri investimenti. 

domenica 26 maggio 2013

Palazzolo Acreide: Just One Last Time

Essere un exchange student è un'esperienza straordinaria: è quell'opportunità che ti permette di rapportarti con delle realtà completamente diverse, a volte persino in contrasto con la tua, che ti fa crescere, che ti stravolge l'esistenza... ma a quale prezzo? Rinunciare a tutto non è una cosa cosa così immediata, né tanto meno facile. Ci vuole consapevolezza, tanta, tanta consapevolezza per essere un exchange student. 
Sì, perché non è così semplice dire "parto e sto via da casa, dall'Italia, per un anno!", assolutamente. Io stessa inizialmente ero più orientata verso un semestre, che per l'annuale (anche se poi confrontando vantaggi e svantaggi ho preferito quest'ultimo...). All'inizio pensare di stare lontana da tutto ciò che mi è familiare per tutto quel tempo mi terrorizzava, mi venivano i brividi solo pensandoci! Eppure ho trovato il coraggio e adesso sto davvero per iniziare questo percorso...
Ammetto comunque che anche io ho avuto i miei momenti di sconforto e confusione, penso siano normali quando una persona si appresta a fare un passo così grande: l'importante è ricordare e focalizzare sempre ciò che si vuole.  
L'altro giorno, per esempio, stavo preparando la valigia per partire alla volta di Siracusa con il teatro e in quel momento, mentre cercavo di concentrarmi per non dimenticare di inserire nulla, tra il beauty case e il costume di scena, in quel preciso instante ho realizzato che quella a Palazzolo Acreide... sarebbe stata la mia ultima rappresentazione prima della partenza. Io, infatti, non posso partecipare né alle repliche in Puglia né tanto meno a quelle a Cesena, come invece faranno i miei compagni, perché queste repliche si verificheranno durante il mio soggiorno in Belgio. Guardavo il costume di scena e non potevo fare a meno di dispiacermi per dover lasciare tutto ciò per cui avevo lavorato un anno interno, per dover salutare i miei amici e mettere da parte quella che finora è la parte più bella che mi sia mai stata affidata a teatro... Non voglio descrivere la sensazione che ho provato pensandoci, ma davvero: ci vuole tanta, tanta consapevolezza. Non trovo davvero una parola più adatta!
A questo proposito, comunque, mi sembra doveroso raccontarvi un po' dell'esperienza a Siracusa! Personalmente posso dire che sono stati tre giorni davvero, davvero, davvero intensi..e stressanti sotto un certo punto di vista, aggiungerei! 
Sorvoliamo sul tempo che quest'anno, a differenza delle esperienze precedenti, ci ha  veramente messo alla prova, e soffermiamoci un attimo sulla rappresentazione in sé: come vi ho detto questa sarebbe stata l'ultima per me e se c'era una cosa di cui mi preoccupavo era di riuscire a rendere nella maniera migliore, così da lasciare un buon ricordo di me; mi auguro davvero di aver fatto un buon lavoro e che la mia interpretazione non abbia deluso le aspettative di chi mi ha dato l'opportunità di fare questa parte, perché sarebbe veramente una delusione..! 
Lo spettacolo in ogni caso è andato piuttosto bene: non ci sono stati grandi errori né particolari intoppi e a quanto pare è piaciuto molto agli spettatori, dato che diversi di loro poi si sono complimentati con alcuni attori! :) Good job, insomma! Mi mancherà tantissimo lavorare con le Voci e con tutti gli altri membri dello spettacolo, soprattutto perché nel nostro gruppo si respira un'aria di confidenza, di amicizia, che va al di là dei semplici rapporti tra coetanei/compagni! Spesso ci definiamo come una famiglia e non posso negare che sia vero: ci vogliamo tutti bene ed è questo tipo di atmosfera che probabilmente rimpiangerò di più. Ma adesso basta malinconia e risentimento! (Se no poi arriva il puntuale "te l'avevo detto" di Gianpaolo, che come molti mi aveva indirizzata più verso un'esperienza come l'Erasmus piuttosto che la quarta superiore all'estero). 
Vi posto alcune foto fatte dalla nostra bravissima Maria Grazia Perpero, al solito se volete vedere le altre, basta cliccare su questo link! (www.facebook.com/compagniaranchibile) ;) 











A presto, belli :P
Un bacio,
Eli!

Per la serie: "Saranno famosi"

Buon pomeriggio a tutti!
Considerato che vi avevo già preannunciato in uno dei post precedenti che sarebbe uscito un articolo sul Giornale di Sicilia dedicato a noi exchange della Sicilia Occidentale, mi pare giusto postarvelo qui :P ahah 

Ahah non siamo puccissimi? :') L'articolo è bellissimo, spero che si riesca a leggere, se non ci riusciste in caso rimedio nel prossimo post! :) 

mercoledì 22 maggio 2013

Orientation#2 !

..C'è davvero bisogno che ribadisca che sono stati tre giorni spettacolari? ;) 
Allora, allora, allora: iniziamo con ordine! L'appuntamento era fissato per giorno 17 Maggio dopo pranzo al Saracen, un hotel di Capaci, vicino Palermo. Quel giorno si sarebbero incontrati tutti i centri locali della Sicilia Occidentale (Enna, Sciacca, Agrigento, Marsala, Trapani): un'esercito insomma! :D ahah In effetti, se ripenso alla miriade di persone presenti alla prima selezione, mi sembra assurdo che alla fine eravamo solamente 36 exchange! Me ne aspettavo moooolti di più, ma sapete come si dice: meglio pochi, ma buoni :P ahah


Insomma il primo giorno è stato tutto all'insegna delle nuove conoscenze e della socialità: abbiamo fatto tantissimi giochi (che non si possono raccontare ahah) per cercare di memorizzare i nomi di tutti e creare un clima di amicizia. Tra le tante cose ci hanno anche lasciato un po' di tempo libero per scendere in spiaggia e qui ci siamo sbizzarriti a fare un saaaacco di foto, tipo questa :P


Il secondo giorno è stato molto più intenso: abbiamo cominciato a parlare di cosa sarà veramente la nostra esperienza e di tutto quello che comporterà, di come dovremmo prepararci e i volontari ( <3 ) ci hanno dato diversi consigli su come relazionarci nei nostri futuri Paesi ospitanti. Tutto questo ovviamente tramite sempre dei giochi! :P ahah Però, devo dire che questi mi sono piaciuti tantissimo, perché si sono dimostrati molto più utili ed efficaci rispetto ad un normale dialogo. Per esempio, grazie alle riflessioni fatte ho focalizzato meglio come tutto sta per cambiare: ci hanno fatto fare una lista delle cose che vorremmo restassero "congelate" e che, quindi, non cambiassero una volta partiti e una, invece, delle cose che vorremmo trovare in un altro modo. All'inizio ho pensato di inserire nel freezer il mio rapporto con la famiglia o con gli amici o coni ragazzi di teatro, ma dopo un attimo ho realizzato che tutto ciò è impossibile! Non posso pretendere che le cose restino come sono adesso, che gli altri non siano soggetti al cambiamento, quando io stessa, che faccio parte in maniera più o meno evidente, della loro vita sto stravolgendo la mia esistenza! Se cambio io, cambia tutto. Sembra assurdo, ma non ci avevo mai riflettuto... 
Ma la cosa che mi è piaciuta più di tutte è stato il gioco che abbiamo fatto dopo cena! Quello, sì, che è stato veramente pazzesco! Ci siamo dati appuntamento alle 22.00 nella solita saletta dei nostri incontri e tutti i volontari avevano delle facce estremamente serie, sembravano quasi tristi e tutti pensavamo cose tipo "Ma... chi succiriuu?" ahah .__. A un certo punto Clelia, una dei nostri volontari, ci ha detto che avremmo dovuto smettere di parlare e che da quel momento in poi non voleva più sentire una parola, nemmeno dagli altri volontari; poi ha distribuito delle bende agli altri volontari e ci ha comunicato che...stavano per bendarci tutti! Dopo aver finito di legare le bende a ciascuno, hanno spento la luce e siamo rimasti al buio e in silenzio per circa 5 lunghissimi minuti (forse in realtà erano di meno, ma il tempo sembrava lunghissimo!). C'era un silenzio impressionante..una quiete angosciantissima! Clara, una mia carissima amica con cui sono praticamente cresciuta e che farà l'annuale negli States, era seduta accanto a me e mi teneva la mano. A un certo punto, però, mi sento prendere la mano libera e qualcuno mi ha fatto capire che dovevo alzarmi. In tutto ciò la mano di Clara cercava di non staccarsi assolutamente dalla mia (tipo scena dei film della serie: "No, Jack, non lasciarmiiii!!!") ma alla fine ha dovuto cedere... e così questo qualcuno mi ha condotta fuori dalla saletta, fino ad uno spiazzo al di fuori, e poi mi ha lasciata lì. Nessuna voce, nessun suono.
Poi qualche rumore di passi e dopo due minuti di attesa mi sento slegare la benda. Tutti i volontari stavano guardando me, Mario e Laura, che, ritrovatici magicamente insieme, cercavamo di capire cosa avessero in mente. Clelia ci ha dato delle specie di collane: io sarei stata il capo gruppo, mentre Laura e Mario i miei aiutanti. La mission era far fare un giro ASSURDO a 9 dei nostri compagni BENDATI e portarli al piano superiore (evitando di farli cadere in un fossato lungo la via, aggiungerei :') ahah). Le risate che mi sono potuta fare (dentro di me, perché dovevamo stare seeeempre in silenzio u.u) non si possono capire!! Vedere quelle nove persone, ignare di tutto e spaventate (perché vorrei vedere voi in una situazione del genere ahha) stringersi nelle mani e cercare di darsi fiducia a vicenda è stato... meglio di un film! E, in effetti, se devo dirla tutta c'era un po' l'aria da thriller/horror :S Dopo che abbiamo raggiunto lo spiazzo al secondo piano abbiamo aspettato altri due gruppi da nove e dopo abbiamo fatto un graaaande cerchio (sì, noi dovevamo sempre disporre tutti perché erano ancora bendati ahah) e poooi Clelia ha detto di togliersi le bende! 
Le emozioni che questo gioco/mini-avventura ci ha fatto provare sono state...indescrivibili! Non so se leggendo queste righe potete capire il nostro coinvolgimento emotivo e la sorpresa da parte di ognuno nel togliersi la benda e vedere/cercare di capire la situazione o la paura di non sapere ciò che stava succedendo, perché non si poteva vedere nulla né parlare... L'allegoria di tutto, comunque, era che noi, che non sappiamo a cosa stiamo andando incontro, dobbiamo lasciarci guidare e che di fronte a noi ci saranno sicuramente sia salite che discese...Probabilmente quando scenderò dall'areo a Bruxelles proverò lo stesso smarrimento... (In tutto ciò penso che i volontari siano davvero delle menti maligne e contorte :D)

Il terzo ed ultimo giorno, invece, è stato quello più commovente: abbiamo tirato fuori tutti i pesci che avevamo disegnato alla scorsa orientation e Clelia ci ha letto una poesia di una rana che si è salvata la vita "perché era sorda" (=non ascoltava nessun altro se non se stessa); io avevo tipo le lacrime mentre leggeva e quando ha finito con "ce la farò", ho sentito come un tonfo dentro di me, che mi diceva "adesso tocca a te, Elisa, adesso devi andare tu". 


Poi ci hanno consegnato delle pagine bianche e delle buste, dicendo che avremmo dovuto scrivere una lettera a noi stessi che... avremo riavuto solo quando saremmo tornati in Sicilia! In quei 20 minuti ci siamo sparpagliati tutti e ognuno cercava l'angolo di mondo che gli comunicasse quante più emozioni e sensazioni possibili. Io, Clara, Egidio e Tommaso siamo andati di fronte la piscina e ci siamo seduti sulle sdraio (ad arrostirci sotto il sole cocente ahah). La mia lettera, come anche un po' quelle degli altri, era veramente "pacchissima", perché parlavo in terza persona, come se Elisa fosse una mia amica e non mi riferissi me stessa! La lettera era tutto un resoconto delle emozioni che provavo in quel momento ed era come se chiedessi dei consigli all'Elisa del futuro, che aveva già vissuto l'esperienza di vivere per 11 mesi in Belgio. La cosa più assurda, che abbiamo notato tutti comunque, è stata la ferma consapevolezza che ad ogni parola che scrivevamo tra qualche mese avremmo associato una lacrima. E credo sia inutile dire che ci siamo commossi tutti... C'era un clima estremamente solenne. Ci siamo sentiti tutti amici e tutti vicini l'uno all'altra ed è questa la cosa che è stata veramente bella. Infine, abbiamo fatto un sacco di foto (tra cui una andrà in stampa sul Giornale di Sicilia questo Giovedì)  eeeeeeeeeeeee poi.... IL MITICO....... IL DIVERTENTISSIMO.... LO SPETTACOLAREEEEEEEE..........  ENERGIZEEEER! Già, già, proprio lui: il funky chicken! :P ahah 


Davvero momenti stupendi, pieni di emozioni.
Adesso stiamo cercando di rivederci tutti, prima che partano ovviamente gli estivi in Irlanda e Finlandia e le ragazze per la Thailandia e speriamo di farcela, anche se ovviamente ci sono sempre i vari impegni ed è difficile conciliare tutto.. ma siamo positivi! :) Per adesso vi posso solo dare appuntamento al prossimo aggiornamento!
Un bacio,
Elisa!!! 

lunedì 13 maggio 2013

Casa di Alcesti

Oggi sono troppo predisposta a pubblicare post! ahah
In realtà anche questo sarà un post abbastanza corto e conciso, perché voglio raccontarvi brevemente l'esperienza della messa in scena di quest'anno! Come molti di voi sapranno faccio parte di una compagnia teatrale, i Volti del Kaos, che dal 2007 ha messo in scena delle rappresentazioni che per quanto mi riguarda sono geniali. Quest'anno abbiamo lavorato per mettere in scena "Casa di Alcesti", una tragedia che nasce dall'incontro e dal confronto di due famosissime tragedie: Alcesti di Euripide e Casa di Bambola di Ibsen con contaminazione da Misses Dalloway di V. Woolf.

La trama

La reggia di Fere, in Tessaglia, e una casa borghese del Nord Europa di fine Ottocento: due scenari diversi, due storie che si mescolano, due eroine, Nora ed Alcesti. La nostra messa in scena intreccia le vicende dell'Alcesti (tragedia composta da Euripide intorno al 438 a.C.) con quelle di Casa di Bambola (dramma del norvegese Ibsen del 1879). La protagonista, Nora, vestirà a tratti i panni della greca Alcesti: le due donne sono, infatti, accumunate dall'aver compiuto un grande sacrificio per il proprio marito, sebbene con esiti differenti. 
I corifei passeranno dall'ambientazione originaria, in cui vestono i panni dei cittadini tessali della reggia di Fere, alla scena moderna, dove diventeranno vere e proprie bambole, emblemi di una società borghese e perbenista. L'uso delle maschere, tutte uguali, sottolinea il conformismo di una società moderna che, in maniera severa e impersonale, esprime i propri giudizi senza curarsi della complessità delle situazioni né degli stati d'animo degli individui. 
Elemento unificante dell'intera messa in scena è la figura di Septimus, reminiscenza letteraria di Virginia Woolf. Egli rappresenta il "poeta pazzo", un artista schizofrenico perseguitato dalle Voci che ha in testa, sinistre figure che prendono corpo e lo tormentano con la loro presenza assumendo nel dramma, contestualmente, l'identità di diversi personaggi (Apollo, il dottor Rank, Anne-Marie...). La purezza del suo animo fa scaturire nel giovane una malattia mentale che lo porta progressivamente a distaccarsi dal rigore di una società in cui non riesce ad identificarsi. Ogni sua parola, apparentemente all'insegna della follia, è in realtà pervasa da una verità autentica e profonda proprio perché pura, incontaminata. Septimus riecheggia suggestioni pirandelliane in questo suo stato di alienazione che lo condurrà ad un esito tragico, ma forse inevitabile.
Su tutte le vicende dei personaggi incombe Anànke, dea della Necessità, una donna fatalmente attraente che ammalia gli individui con il suo canto seducente per poi travolgerli nelle maglie della sua rete di ineluttabilità. Nella parte greca prevarranno atmosfere funeree, ma accorate (sapientemente sottolineate dalla composizioni dei maestri Maniaci e Mosca), all'insegna del lutto e del compianto funebre; negli episodi moderni, invece, i toni si faranno più freddi e anonimi: il salotto ibesiniano si trasforma in una vera camera di tortura in cui i personaggi, confessando le proprie colpe, rivelano tutta la loro grettezza e disumanità. Al centro della scena solo un letto, simbolo di un'unione coniugale integra agli occhi esterni, ma lacerata al suo interno da contraddizioni profonde ed estremamente dolorose. 


Questa sono io che apro lo spettacolo con il mio monologo da Nora anziana. 


Questo qui è Septimus, nella sua scena iniziale, perseguitato dalle Voci (ovviamente come potete notare dai vestiti questa era ancora una prova, però, ho voluto inserire questa, perché mi piace di più sia per le espressioni sia per l'inquadratura rispetto a quella dello spettacolo!) 


Una bellissima Thanatos, la Morte, che viene a prendere Alcesti per condurla nell'Ade





 Questi sono i vari movimenti/scene del coro, che si snoda tra antica Grecia e Norvegia dell'Ottocento.


Nora sotto gli occhi della società e impaurita dalle minacce del procuratore Krogstad


Tre delle sei Voci che perseguitano Septimus. (Io, che impersonavo anche questa parte sono la ragazza di mezzo sulla sedia)


Alcesti, pronta a compiere il suo sacrificio per il marito Admeto


 La scena d'addio tra Alcesti ed Admeto, recitata tutta in greco antico e in trimetri giambici...



Anànke, la Necessità, incombe sulla scena.


Siamo ritornati nella modernità. Queste sono tutte e sei le Voci.


Torvald, il marito di Nora, sotto gli occhi della società: non oserà andarle contro e, perciò, perderà Nora, che, invece, sceglie di andare contro corrente e prendere in pugno la propria vita.


Nora nel suo momento di maggiore angoscia: sa che sta per perdere tutto: marito, figli, casa, reputazione. E' in balia dello sconforto e della disperazione.


Septimus, ormai completamente folle, decide di suicidarsi, precipitando nel vuoto.


Nora (parallelismo tra giovane e vecchia) piange disperatamente la morte del figlio. 


Ho fatto una selezione al fine di farvi un piccolo riassunto: fatemi sapere se vi è piaciuto :)
Adesso è tardi, vado a dormire!
Un bacio, Eli :)

P.s. 
Se siete curiosi o volete vedere più foto cercate su Facebook "Compagnia teatrale Don Bosco Ranchibile"! Troverete anche le foto delle rappresentazioni passate! :) 

domenica 12 maggio 2013

Orientation number one!

Goede morgen !
Sono tornata circa un'ora fa dalla prima orientation di AFS :) E' durata circa una giornata (dalle 10.30. alle 17.15) e abbiamo fatto i soliti giochetti di IC che non oso raccontarvi, per quanto erano babbi.. ahah E' stato un incontro carino, ma nulla di che: alla fine abbiamo detto sempre le solite cose.  
Quindi vi posto solo un paio di foto veloci, spero vi piacciano :)

 Dunque, ci hanno detto di disegnare un pesce che ci rappresentasse (il mio è quello al centro rosso, che sembra una specie di fiamma ahaha) e poi abbiamo appeso tutti i fogli su una parete vicino a quello che dovrebbe essere acquario. Questo doveva rappresentare Palermo, ovvero la nostra 'palla di vetro', dalla quale saremo costretti a uscire tra qualche mese per andare in cerca di "nuovi fondali e nuove cascate". Bella metafora, davvero bella. 

 Verso la fine dell'incontro ci hanno divisi in tre gruppi e ogni gruppo doveva realizzare un cartellone che rappresentasse l'Italia con una filastrocca. Questa è una foto del work in progress del mio gruppo: se non si fosse capito eravamo alquanto disperati per le rime ahahah 




So che non un post particolarmente lungo, ma non so che scrivere: volevo semplicemente farvi vedere un po' le foto fatte oggi e tenervi aggiornati :)
Adesso dovrei andare a studiare biologia considerato che tra qualche giorno ho una belliiissima interrogazione sul sistema circolatorio, respiratorio e digerente: pregate per me, vi prego ahah :')
Un bacio e al prossimo aggiornamento!! :)

lunedì 6 maggio 2013

Li chiamo "buoni propositi"

Mancano ancora circa tre mesi o qualche cosa di più, ma sento quest'esperienza sempre più imminente. E' assurdo: ho passato mesi a desiderare di andare via, di cambiare vita, di lasciare tutto e, adesso che ne ho davvero l'opportunità, adesso che sto per accingermi a stravolgere la mia esistenza, non mi sento più tanto pronta. Non voglio rinunciare, perché sarebbe da sciocchi, ma mi comincio a rendere conto di ciò che sto per lasciare.. e mi dispiace..tanto.
La mia vita, che l'anno scorso è stata così tormentata, che non ha trovato pace, che sembrava essere arrivata a un punto cieco, sta cominciando a risollevarsi, a rivivere. Sono così felice e nello stesso tempo angosciata... Vorrei mettere in valigia certe cose, certe persone e, allora sì, allora potrei partire serena. Ma seriamente: come farò a rinunciare a tutto?
Mi rendo conto che nel post precedente davo l'impressione di volermene andare il più presto possibile, perché non mi sentivo accettata ecc, ma spero capirete che questi momenti depressivi capitano.. Non saremmo umani, se le passioni non ci sconvolgessero.
E tuttavia questo non si rileva sempre un punto a sfavore: ricominciare a sentirsi viva è un processo straordinario. Adesso non vorrei chiamarmi tutta la sfiga di questo mondo, ma sono soddisfatta della mia vita in questo momento (e attenzione che non dico 'felice', perché ho davvero troppa paura che tutto possa precipitare di nuovo..).
L'idea che tra poco partirò mi sta convincendo ad azzardare un po' di più, a rischiare, a mettermi in gioco. D'altronde tra un paio di mesi partirò e sono certa che saranno ben poche le persone che si preoccuperanno di me o che si prenderanno la briga di ricordarmi. E allora perché trattenersi? Siamo giovani, dobbiamo essere intraprendenti e non sprecare la nostra vita in futili paure e insicurezze! E' una cosa che cerco di ripetermi continuamente. Io sono la prima a perdermi certe cose per colpa della timidezza, ma sono intenzionata a cambiare: non posso più accettare questa cosa.
E allora voglio concludere in questo modo: mancheranno anche tre mesi, ma - giuro - cercherò di rendere questi tre mesi i migliori della mia vita! Nessun rimpianto, solo gioia infinita!