giovedì 11 settembre 2014

Post Random

Okey, premetto che questo post non c'entra esattamente molto con tutto l'argomento di "Belgio", "exchange student" o "Intercultura", ma in un certo qual modo vi è legato; perciò, si trova su questo blog! 
Poco fa stavo dando una sbirciata al Facebook di mia madre - sì, sono proprio una "bimba monella maaaahhh" - e, sì, lo ammetto, non è il massimo della correttezza, ma... sono andata nelle conversazioni e me ne sono letta qualcuna (comunque, si tratta sempre di MIA madre, quindi... in un certo senso... potrei anche sentirmi "giustificata"???). Quella che doveva essere un'occhiata veloce si è trasformata in realtà in una lettura di circa un'ora e adesso ho tanti pensieri in testa.
Cosa ho letto? Beh... quello che mia madre ha scritto durante tutto l'anno che io sono stata in Belgio; i messaggi che mandava ai miei ed i suoi amici, gli sfoghi, le imprecazioni, la rabbia talvolta.. Mi ha fatto molta tenerezza, a dirla tutta (ma non diteglielo questo: noi siamo perennemente "litigate" - per modo di dire, ovviamente). Una cosa che mi ha colpito è stato vedere come lei parlasse spessissimo di me, come se tutto il resto non contasse realmente molto. E' una piccina, la mia mamma. 
Ed una cosa che mi ha colpito ancora di più è stata vedere come tante persone avessero costantemente a cuore la mia situazione. Non fraintendiamoci: io so che i miei amici e la mia famiglia mi vogliono bene, non ne dubiterei mai, ma leggere quei messaggi ed averne la prova concreta, la testimonianza diretta... E' stato un modo per ricordarmi che davvero non esiste niente di più prezioso dell'amore di chi ci è caro. 
Sempre un paio di ore fa ero seduta sul divano a guardare una di quelle stupidissime serie tv che trasmettono in Rai, "Velvet" si chiama, e mamma mia, se non mi stavo per mettere a piangere per quando alla protagonista cadeva il mondo addosso (figuratamente, ovviamente). 
Spesso, infatti, ci accadono tante di quelle cose brutte e spiacevoli che tendiamo a focalizzare la nostra attenzione solo e unicamente su quest'ultime, come se il resto della nostra vita, del nostro agire, non contasse più nulla, come se tutto improvvisamente si annullasse. Quanto siamo idioti, in questi casi. Però, ammetto che è difficile non cascare in questa trappola: quando una situazione ti è a cuore, come puoi sentirti distante e distaccato? Come puoi lasciare che ti scivoli semplicemente addosso? Io sono una di quelle che, anche per le minime stronzate, non dorme la notte, passo giornate intere, settimane, addirittura mesi a tormentarmi con tutti i miei dubbi e le mie perplessità circa quel determinato problema e guai a chi osa dirmi che sono "fissata" o "ripetitiva": non esiste questione di Stato che regga! (Sì, siamo - sono - proprio idioti).
Ma... la questione è questa: che cosa ci importa se non siamo riusciti in qualcosa, quando abbiamo la fortuna di avere una famiglia affettuosa e degli amici sinceri? Perché affliggersi se qualcosa non è andata in porto, quando ci sono tante altre cose che, invece, si sono rivelate fortunate e vincenti?
Non so esattamente quale sia il senso di tutto questo discorso, ma so quale voglio che sia il messaggio finale di questo mio blaterare notturno: dobbiamo sentirci estremamente grati per tutte le persone che, giorno dopo giorno, scelgono volontariamente di rimanerci accanto, nonostante i nostri mille difetti. Dobbiamo sentirci estremamente, infinitamente grati nel poter contare su una persona, perché oggi giorno non sono molte quelle degne della nostra fiducia... Dobbiamo sentirci estremamente, infinitamente, esageratamente grati nell'avere qualcuno che tenga a noi, tanto da farci dimenticare qualsiasi problema esistente. Ed è proprio per questo che adesso mi sento più sciocca del normale: finisco sempre per dimenticarmi di tutto questo... 
Ma in questo momento mi sento grata (è la 32897256 che ripeto questa parola, ma è quella più adatta, scusatemi; non è che non so l'Italiano...???): ho avuto la fortuna di visitare molteplici posti, conoscere nuove culture e tradizioni, ho realizzato un sogno,ho passato un anno della mia vita all'estero, ho conosciuto l'amore, l'amicizia vera ed ottenuto diverse soddisfazioni. E ho solo 17 anni
Ho una voglia di vivere impressionante: voglio fare così tante cose, ho voglia di mettermi costantemente alla prova, che oramai la lista delle "cose da fare prima di morire" è talmente lunga che non so davvero da dove iniziare, MA anche se non dovessi realizzarne mai nessuna, anche se da domani tutta la mia vita dovesse andare a rotoli... Io non potrei mai, mai, mai e poi mai sentirmi triste. Nemmeno un po'. Perché anche nel peggiore dei casi io SO che ci sarebbe sempre una mano da stringere, una spalla a cui poggiarmi e delle spalle da abbracciare. Tutto ciò è stupefacente e soddisfacente. 
Non voglio fare la "piccola monaca buddhista che cerca di trovare il centro dell'universo", ma credetemi quando dico che basta davvero poco per sentirsi incredibilmente felici. Anche in mezzo ai casini, ai problemi, alle delusioni, alla rabbia... Basta un solo pensiero felice, per stravolgere un'intera giornata. Forse addirittura un'intera esistenza.
Dobbiamo solo impegnarci un po'.

Okey, dopo tutto questo estremo ottimismo, credo che adesso io possa andare a dormire in pace e serenità: ah, sì, come al solito scrivo ad orari INDECENTI su questo blog... ma almeno domani mattina SI DORME! Perciò... Buonanotte carissimi, grazie sempre di leggere questi post alquanto deliranti e... Al prossimo sclero notturo
Ah, piccola anticipazione: presto in arrivo un post su "ciò che mi manca di più del Belgio", pensavo fosse una cosa carina.. Alla prossima! ;)
Doei, doei, doeeeei!

Ebbene sì, il mio scopo malefico era proprio quello di farvi sorridere con queste quattro faccine adorabili! :P Allez, vorreste dire che non avete sorriso!? Nemmeno un po'...? :P
E ora?!?!? (SORRIIIIIIDETEEEEEEEEEE!!!!) 
...Che poi comunque a 80 anni non penso che avremo questa dentatura favolosa per sorridere così spesso! (Ironia, si chiama ironia... SORRIIIIDETEEEE!!!)
Okey, adesso vado a dormire davvero.
DAVVEEEEERO.
CIAO!
:')

domenica 7 settembre 2014

Narritorno - Non è finita

Un paio di settimane fa avevo scritto quello che in teoria sarebbe dovuto essere "l'ultimo post" di questo blog, ma partecipando al Narritorno (che altro non è che il campo post-partenza di AFS) mi sono resa conto di una cosa: quest'esperienza non finisce, non termina, con il semplice "ritorno a casa". E' un processo che probabilmente non si concluderà mai, ma influenzerà sempre le nostre vite ed è proprio vero.
Non è tanto essere "usciti dall'acquario", ma aver esplorato una parte sconosciuta, ignota, oscura di quella grande boccia che credevamo di conoscere, e adesso, adesso che siamo tornati alla parte "tranquilla e conosciuta" siamo costretti ad affrontare la sfida più grande: reinserirsi in quella vita che avevamo lasciato, riprendere le nostre abitudini, fare i conti con i cambiamenti verificatisi, prenderne atto e trovare il proprio posto in questo vortice di emozioni. Più che altro perché non è sempre facile condividere con gli altri la nostra metamorfosi, così come rendersi conto che le cose che abbiamo lasciato non si sono congelate, ma sono andate avanti, si sono evolute, proprio come noi, che eravamo all'estero.
Oltre ciò, mi rendo conto di quanto io mi senta ancora così motivata ad essere vicina ad Intercultura e ai nuovi exchangers, sia a continuare a viaggiare. Non a caso ho deciso di diventare una volontaria AFS, non appena diventerò maggiorenne, così come ho deciso di aprire un nuovo blog, a parte, dedicato proprio ai miei "viaggi. Più che altro credo che sia meglio separare questo blog, dedicato interamente al Belgio, da quelli che sono i miei progetti per il futuro, che includo, oltre il Belgio, anche tante altre mete.
Sono in un momento della mia vita in cui ho perfettamente coscienza della mia giovinezza, della mia indipendenza e della mia risolutezza: ho avuto le mie lezioni e i miei insegnamenti e ho capito che non dobbiamo agire in base a ciò che sembra giusto, ma in base a ciò che vogliamo e desideriamo, altrimenti rischiamo solo di vivere, senza mai, però, farlo davvero.
Perciò, eccomi qui: 17 anni, quasi maturanda, con tanti sogni e buoni propositi, una pingue lista di "posti in cui andare" e la buona speranza che questa non è la fine, ma l'inizio di qualcosa di grande.
AFS ci ha dato una chiave, un'opportunità, con cui possiamo costruire il nostro futuro. L'acquario è ancora grande.


giovedì 31 luglio 2014

I'm Home, Again

Ebbene sì, sono tornata a casa!
Ormai sono passate circa due settimane dal fatidico ritorno e tutto comincia a riprendere la normalità di un tempo... Ammetto che non ero particolarmente motivata per scrivere questo post, non sapevo effettivamente cosa scrivere, più che altro le mie idee erano molto, molto confuse... ma credo che sia giusto provare a definire una fine chiara concisa e decisiva a questo viaggio. Non potevo lasciarlo in tredici, senza un finale, specialmente perché sono proprio le riflessioni che si fanno alla fine di un percorso, di un ciclo, che contengono maggiore significato.

Perciò... eccomi qui! Dopo (quasi) undici mesi passati all'estero, posso dire che adesso mi sembra come se quest'anno abbia avuto la durata di un battito di ciglia. E lo stesso provano le persone che mi stanno intorno: è come se il Fiammingo, il Belgio e tutto fossero una parentesi di me stessa, qualcosa che - non si sa come - è successo o probabilmente c'è sempre stata.
Vivo il ritorno alla mia città con estremo entusiasmo, al discapito dei soliti stereotipi che vogliono gli exchangers tristi e depressi nel lasciare il proprio Paese ospitante. Okey, è stata una buona esperienza, dopo tutto, ma anche il ritorno è una tappa fondamentale di questo percorso; non è un punto netto, bensì un punto e virgola. Aspetto di vedere come reagirò adesso a quella che fino a poco tempo fa era la mia "normalissima monotonia"..
Ritornare è stato piacevole quanto sorprendente: sono felice di riassaporare la mia Italia, di sperimentare di nuovo tutte quelle piccole sfaccettature della vita italiana, di essere circondata da gente che parla solo ed esclusivamente italiano (aaaaassuuuurdo!).
E nonostante tutto anche se è stato un percorso molto difficile e faticoso, non potrei che continuare a consigliare questo genere di esperienza; io, per prima, ripartirei ancora mille e mille volte, perché è un'esperienza che vale la pena di essere vissuta, fino alla fine.
Perché? Beh...

1) vivere in un altro Paese ti permette di aprire gli occhi, di accorgerti di realtà ben diverse da quelle che potresti solo immaginare rimanendo a casa. Ti permette di reinventarti, di abbattere i tuoi preconcetti e metterti sempre alla prova. 

2) ho imparato una cultura e una nuova lingua; tutto questo mi ha dato la spinta per capire che posso farcela. Per questo motivo adesso mi sento particolarmente motivata ad intraprendere percorsi ancora più ambiziosi, non ho paura di mettermi alla prova.

3) per quanto possa essere impegnativo staccarsi da tutto e da tutti, stare lontani da ogni cosa familiare e ricordarsi costantemente di farsi forza da sola, alla fine dell'esperienza ricorderai sempre e solo le cose positive. I brutti momenti tendono ad essere dimenticati (per fortuna) e non c'è cosa migliore di ripensare a tutto quello che è successo e dire "Sì, ce l'ho fatta! Ho affrontato tutto e sono rimasta ferma dov'ero!".

Alla fine posso dirmi piuttosto soddisfatta... 

Tornerò più in Belgio? Credo proprio di sì, ma non so di preciso quando.. Adesso è tutto abbastanza difficile: maturità, scelta universitaria, la patente, impegni personali, questo, quello... Sono solo felice del fatto che nonostante tutto sia un Paese piuttosto vicino all'Italia e che i voli - specie con Ryanair, non hanno per niente dei brutti prezzi! ;) Quindi... ci tornerò non appena troverò il momento!
Per adesso penso a godermi il tempo presente, senza fare progetti a lungo termine. Credo sia meglio così. Mi piace sognare, fantasticare, su mille viaggi e progetti, ma non prendo mai troppo seriamente questi pensieri, perché so, mi rendo conto, che devo tenere conto di diverse cose, parecchie.
Ma tutto questo non mi scoraggia: mi riprometto di conciliare tutto: impegni e sogni, almeno è quello che sto cercando di fare... L'importante, come sempre, è rimanere positivi! ;)

Perciò... tot de volgende keer, see you next time!
Ci vediamo presto, un abbraccio dalla Sicilia <3


martedì 17 giugno 2014

Meno di un mese

Ebbene si, meno di un mese e si torna "finalmente" in patria. Ammetto che fino ad ora ho sempre aspettato con impazienza questo giorno, ma adesso, adesso che il tempo sta per scadere e l'incertezza nera di quello che mi aspetta in Sicilia si fa sempre più realistica... Non so, forse quasi mi dispiace tornare. (Ovviamente tutto questo è soggetto al mio perenne umore lunatico: un giorno parlo cosi ed il seguente possibilmente piango per l'impazienza di tornare in quella terra meravigliosa che è casa mia..). La.verità? L'erba del vicino è sempre più verde. 
Volevo scrivere questo post non tanto per raccontarvi del mio esaurimento da esami (qui in Belgio a fine anno si fanno in media due settimane di esami, in cui per ogni materia bisogna preparare il programma degli ultimi sei mesi... Che cosa "simpatica") o dei progetti che ho per le ultime settimane (Rotterdam, Werchter, Bobbejaland, Vijver Feetsje, studio televisivo a Brussel, ecc ecc) ma parlare un po' al "solito mio" su quanto sono arrivata a capire.
In questi 298 giorni all'estero il mio pensiero circa l'anno all'estero è cambiato innumerevoli volte, più che altro direi che si è evoluto col tempo. All'inizio ero totalmente entusiasta: feste, bella vita, divertimenti, tutto andava bene... E avoglia se ero contenta! Di cosa potevo lamentarmi? Sembrava tutto perfetto! Ma poi, dopo circa un mese e mezzo (ecco la.prima curva del famoso 'pesce' - gli afser SANNO a cosa mi riferisco ahah) ed è iniziato lo stress: per la lingua incomprensibile, per le relazioni che cominciavano ad arruginirsi, per la.nostalgia, per l'adattamento culturale... Insomma, il quadretto perfetto cominciava a mostrare delle crepe. Crepe che si sono ingigantite nei mesi, fino a distruggere completamente quell'idilliaca immagine dell'esperienza che mi aveva illusa all'inizio di tutto. Ho sofferto come un cane, lo dico in maniera schietta e Febbraio-Marzo è stato proprio il periodo in cui stavo per mollare e mandare tutto all'aria. Ho odiato tutto e tutti, ogni singola persona che mi stesse vicino, qualsiasi cosa mi circondasse mi ispirava violenza e antipatia e più volte mi sono chiesta se il problema fossi stata io, che magari eron"asociale", o "loro/il Belgio" che forse non faceva per me. Fatto sta che, nonostante tutto ciò, ho stretto i denti e sono rimasta ferma nella decisione che avevo preso parecchio tempo fa: dovevo portare a termine ciò che avevo iniziato.
E piano piano quella nuvola nera dentro di me ha cominciato a dissolversi, fino a quando, ora, sento in me una profonda gratitudine per quest'esperienza. Mi ero superficialmente fermata alla delusione per aver perso qualcuno, al risentimento per quell'illusione perfetta che in realtà celava altro, ma adesso capisco che l'anno all'estero è molto altro: non si tratta solo di imparare a comunicare/relazionarsi con gente totalmente nuova, ne bisogna credere che sarà "l'anno migliore della nostra vita": quello forse potremmo deciderlo quando saremo vecchi e senza denti. Piuttosto è l'anno più importante della nostra vita, perché quello che noi abbiamo imparato in un anno, grazie a questa esperienza, cibrestera' per sempre dentro e non potremo mai dimenticarlo. L'anno all'estero è - almeno secondo la mia modestissima opinione - principalmente un'autentica scoperta di se stessi. 
Si impara a sapersela cavare ed adattarsi, ad essere noi stessi per primi i sostenitori di noi stessi, a stupirsi, meravigliarsi, a deludere anche, ma penso onestamente che è proprio attraverso un'esperienza "difficile" che si finisce per imparare ed apprezzare tutto di più. Se avessi continua ti ad avere quell'esperienza perfetta che immaginavo all'inizio, probabilmente non sarei cresciuta e non sarei arrivata alla conclusione che questo exchange in Belgio è stato principalmente un viaggio alla scoperta di me stessa. 
Adesso veramente credo che partire sia stata la scelta migliore che abbia potuto fare e mi auguro di ritornare qui, in Belgio, almeno un'altra volta, per rivedere tutti. Anche se i miei sogni e i miei progetti riguardano altri Lu ogni ed altri generi di esperienze, questo po sto mi ha dato tanto e lo ricorderò sempre con piacere. 
Mi sento soddisfatta, felice della persona che sono arrivata ad essere e spero che questo blog e queste riflessioni possano un giorno aiutare anche altri exchange students , che siano in Belgio o in qualche altra parte del mondo.
Voglio augurare a tutti i ragazzi in partenza un sincero in bocca al lupo, ricordatevi che lancosa più importante è non mollare mai, anche se la situazione sembra disperata: non mollate e fidatevi di me. Un giorno tutto assumerà un senso e vi sentirete soddisfatti, ve lo prometto.

martedì 13 maggio 2014

Random Belgse Leven #2

E' passato un po' di tempo dall'ultimo post di questo genere, mi rendo conto che negli ultimi tempi ho scritto soltanto post riflessivi e simili... Maaaa non ho mica dimenticato di "documentare per bene" la mia esperienza e, perciò, con questo post si torna alla classica narrazione di quella che è la mia scoperta del Belgio e della sua cultura! ;) Molte sono piccole cose della vita quotidiana, niente di troppo scioccante/esorbitante, ma sono cose proprie di questo Paese e, essendo questo un blog dedicato al mio exchange, mi sembra carino riportarle... no? ;)
Iniziamo! :P

  1. Chimay (blauw <3), Liefmans, Rodenbach, Jupiler, Duwel, Kriek... Ecco a voi ALCUNE delle birre belga più famose! ;) Come penso saprete già (?) qui in Belgio esistono tantissime varietà di birra, fino a 400 tipi diversi, e queste sono alcune delle più conosciute, che io, ovviamente, ho provato personalmente :P Le mie preferite? Le prime tre, in assoluto! Come sarà la mia vita quando tornerò in Italia e non le troverò più? D:
  2. Go Pass.
    Cos'è? Chiamiamola un' "offerta promozionale", ma altro non è che l'unica cosa che vi permetterà di sopravvivere in Belgio. Il Go Pass è un buono (che costa precisamente 51,00 euro) e che permette di fare cinque viaggi (cinque "andate" e cinque "ritorni") all'interno di tutto il territorio belga, nessuna limitazione. (*In realtà tra le destinazioni è inclusa anche Lille, che si trova in Francia, ma lasciamola tra parentesi come eccezione). Tutti ne hanno uno, perché altrimenti viaggiare in treno risulta abbastanza costoso (circa 20-30 euro per viaggio contro i 10 di questo buono), e tra noi exchange students c'è persino una sorta di "collezione": <<Tu quanti Go Pass hai finito?>> <<Mah, sono al quarto!>>. Insomma, spero di avervi fatto capire quanto sia conveniente ed indispensabile qui!
  3. Buzy Pass
    Simile al Go Pass, il Buzy Pass è l'abbonamento del bus per cui potrete prendere, in qualsiasi posto o città vi troviate (all'interno delle Fiandre e in parte anche a Brussel) un treno della De Lijn. In Vallonia, purtroppo, c'è un'altra compagnia e a Brussel il macello più assoluto (oltre alla De Lijn e alla compagnia vallona ce n'è anche un'altra se non mi sbaglio e... un macello, un macello! ahah). Normalmente AFS ripaga a tutti noi exchange il costo del Buzy Pass (134 euro) ed è davvero una delle cose migliori che possiate avere per muovervi!
  4. Boterham
    I Belgi mangiano SOLO ed ESCLUSIVAMENTE PANINI. Tutti i giorni, in tutti i modi, nelle maniere più atroci/schifose (mi spiace dire che il bel pane italiano è un antico ricordo e mi sono ritrovata anch'io a mangiare panini con salsine improbabili e ananas...) motivo per cui, dopo ben 263 giorni e passa di BOTERHAM, penso che al mio ritorno non potrò più vedere nemmeno lontanamente nemmeno la minima cosa che somigli a un PANINO :'D
  5. Sentirsi stanchissimi alle 21.30 OGNI GIORNO
    Questa è una cosa stranissima! Mi spiego: io in Italia andavo regolarmente a dormire alle 23.00/23.30 e mi alzavo, senza particolari drammi, alle 7.00 del mattino. Ora... perché qui, se vado a dormire normalmente alle 22.30 e mi alzo alle 6.30, muoio perennemente di sonno e a poco mi addormento a scuola? Certo, l'assenza del caffè potrebbe essere una spiegazione piuttosto plausibile, ma...può davvero un espresso cambiarti così tanto la vita? D:
  6. Dimenticarsi la sciarpa/guanti a casa... rischiare inesorabilmente un'assideramento
    Se andate in bici poi peggio di peggio. Guanti, sciarpa, cappello e giubbottone anti gelo assolutamente indispensabili se avete intenzione di sopravvivere all'inverno! (E nonostante sia maggio io continuo a girare con la sciarpa e un cappottino...capiamoci eh).
  7. Un giorno splende il sole e l'altro... diluvia, ininterrottamente. 
    Passerete dal "Oddiomio, mi sto squagliando!!!" al "Occristosanto, vorrei almeno un raggio di sole!" nel giro di... meno di 24 ore. Non sto scherzando! Ahah
  8. Mastro Lindo -> Mr Proper
    Probabilmente è il punto più cretino della lista, ma... Mastro Lindo c'è, ma con un altro nome! Ahah che impressione!! E vale lo stesso per l'Algida, ma non mi ricordo che nome prenda qui... cose fasane :')
  9. In Belgio, paese famosissimo per il cioccolato... non hanno le uova di Pasqua.
    Per Pasqua hanno solamente le uova normali, ma colorate. E la massima, ma MASSIMA, grandezza di uovo di cioccolata è... di un pugno o anche meno. Ci sono rimasta un po' male :'(
  10. Cavalli ovunque
    In qualsiasi regione, vicino a qualsiasi città, basta allontanarsi un attimino dai centri abitati che sarete circondati da distese verdi di prato e cavalli, tanti, tantissimi cavalli!
  11. Alle feste (comprese i 18esimi) si va... IN BICI!
    Poco importa che torniate all'1.00 o alle 3.00, la filosofia dei Belgi è: "Vado alla festa. Ci vado in bici: così posso bere!!!"; e poi, vabbè, inutile ribadire che siano bloccati mentalmente con la bici...
  12. Vestirsi bene (per la scuola) è più importante che vestirsi secondo la stagione (perciò: pronti a congelare!)
    Questa è più una regola per le ragazze. Sì, perché le giovani tipelle belghe se ne fregano se fuori diluvia/nevica/sta per venire la nuova Era Glaciale: loro usciranno comunque con delle calze leggere, un giubbottino di pelle e possibilmente una gonna. Ovviamente non illudetevi: loro non indossano sciarpe, figuriamoci cappelli, ma verranno certamente con l'ultima borsa Michael Kors o Céline a scuola. E scordatevi anche di vederle in tuta: solo tacchi e vestiti eleganti...! Però, poi alle feste vengono con i jeans e le Vans... a otto mesi e mezzo di distanza, mi chiedo ancora PERCHE'!? Ahah

Insomma ragazzi questi erano un po' le varie cose che mi ero appuntata in questi mesi.. Spero che questo post vi sia piaciuto e che vi abbia tenuto un po' di compagnia, che vi abbia divertito e possibilmente incuriosito sul Belgio,
Un bacio e alla prossima,

Elisa :)


lunedì 5 maggio 2014

After all, everything goes better.. eindelijk!

Sam: "È come nelle grandi storie, padron Frodo, quelle che contano davvero, erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi sapere il finale, perché come poteva esserci un finale allegro, come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte, ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra, anche l'oscurità deve passare, arriverà un nuovo giorno, e quando il sole splenderà sarà ancora più luminoso, quelle erano le storie che ti restavano dentro, anche se eri troppo piccolo per capire il perché, ma credo, padron Frodo, di capire ora, adesso so, la persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto... andavano avanti, perché loro erano aggrappati a qualcosa."
Frodo: "Noi a cosa siamo aggrappati Sam?"
Sam: "C'è del buono in questo mondo, padron Frodo... è giusto combattere per questo!"

Quest'esperienza non è una cosa facile, ma non per questo non deve essere vissuta

Alla fine tutto (o quasi) si aggiusta, passano tutti i problemi e torna un po' di quella serenità che credevi di aver perso. Quindi, lasciatemi dire questo: il trucco è non lasciare perdere, tenere stretta la presa e ricordarsi sempre la propria missione.
Io, che ho avuto così tanti momenti in cui avrei preso di corsa il primo volo per tornare a casa, capisco adesso che nulla vale quanto esser rimasta, quanto aver vissuto fino alla fine tutto quello che c'era da vivere. 
Non mi sento ancora pronta a lasciare tutto questo, a salutare le persone e i posti che ho conosciuto, perché adesso, a otto mesi dalla mia partenza, sento di aver finalmente costruito qualcosa di concreto. Sento di avere delle persone a cui volere bene, delle persone che probabilmente mi mancheranno tornata in Italia; sento che imparare una lingua e riuscire a parlare abbastanza fluentemente è una cosa altamente soddisfacente, così come camminare per le strade di una città e sentirti pienamente parte di quel luogo è qualcosa che ti soddisfa interiormente.
Sento che questi mesi, in cui mi è sembrato di sprecare il mio tempo e le mie energie, siano, invece, stati essenziali nel mio processo di crescita e soprattutto nella mia personale ricerca della felicità. Sono cresciuta.
Ho trovato il mio posto in questa società, in questa vita. Mi sento bene e non credevo sarei mai arrivata a dirlo, ma il Belgio, nonostante tutto, mi mancherà, e su questo sono abbastanza sicura. Ma prima di farsi assalire dalla malinconia, cerco di concentrarmi su questi (ahimé) ultimi giorni che restano: farò del mio meglio, tornerò vincitrice.



sabato 19 aprile 2014

Si tirano (quasi) le somme.

A pochi mesi dal rientro in Italia: in tutta sincerità, chi è rimasto più o meno deluso da quest'esperienza? *alza la mano*



In tutta onestà credo che nessuno di noi debba definirsi 'deluso'. Mi permetto di parlare della mia esperienza, perché sarebbe ingiusto e poco consono avvalermi di quella di qualcun altro: sto per terminare un annuale in uno dei paesi che non erano esattamente 'in cima' alla mia lista. Ho imparato una lingua che non mi servirà certamente nell'immediato e che non si può definire certo 'popolare' o 'diffusa'. Ho sofferto la lontananza dall'affetto della mia famiglia, dei miei amici e dai miei luoghi, che, per quanto possa sembrare banale e sciocca come cosa, personalmente ritengo che abbia comunque un certo peso. Ho perso in malo modo la persona di cui ero innamorata (anche se ora, dopo tutto, ne sono felice), ho vissuto momenti angosciantissimi in cui ero abbandonata a me stessa. Mi hanno derubata, quasi stuprata, minacciata e sparlata per mesi; ho sofferto di disturbi alimentari per colpa di commenti poco carini, la mia famiglia ospitante e la scuola belga certe volte mi hanno fatta letteralmente impazzire, senza contare che di amici belgi non ne ho esattamente a dozzine né in maniera estremamente stretta, ma nonostante tutto non posso definirmi 'delusa'.
Pensavo che avrei avuto un'esperienza perfetta, che tutto sarebbe andato bene e che sarei stata la tipica tipella nei video di AFS. Non è andata esattamente così: non ho avuto un'esperienza facile, ma proprio per questo sono fiera di me, per aver resistito, per essere ancora qui, nonostante tutti questi problemi e queste difficoltà. Sono fiera di me che nonostante tutto sorrido ancora quando splende il sole e questo posto assume improvvisamente una bellezza tutta sua, sono felice quando mia madre mi abbraccia senza motivo e mi presenta come "la figlia italiana", sono felice quando vedo che ci sono persone che a migliaia di chilometri si sentono e mi dimostrano di essere comunque vicine a me e mi vogliono realmente bene. Queste sono le mie soddisfazioni: aver imparato ad apprezzare il posto da cui provengo, la mia cultura, il mio Paese, che prima magari schifiavo. Aver imparato a cavarmela da sola, ad inventarmi e scoprimi ogni giorno. Sono fiera di essere diventata grande e mi rendo conto che senza quest'esperienza, senza il Belgio, io non sarei mai potuta arrivare a tutto questo, non a 17 anni.
Credo che ognuno di noi, nonostante le cose negative, che certamente ci saranno, debba concentrarsi su quanto di bello è capitato e quanto alla fine è riuscito ad imparare: scoprire non è una scoperta dei posti, quanto in realtà di se stessi. Un giorno, probabilmente molto preso, ci mancherà tutto questo ed è per questo motivo che dobbiamo imparare ad apprezzare quello che ci capita, in qualsiasi situazione.


Volevo copiarvi qui questa piccola conversazione/papiro, era da un paio di giorni che cercavo di scrivere un post con questa riflessione (senza particolare successo), ma credo che in questo modo abbia risolto il problema... no? ;)
Un bacione a tutti,
Dal Belgio,
Elisa!



lunedì 7 aprile 2014

Countdown mode: ON (again)

Il fatto che io mi ritrovi a scrivere puntualmente di notte non è affatto una novità, chi ha letto alcuni dei post precedenti lo sa benissimo. Era da diverso tempo che non scrivevo ed è proprio per questo che, adesso che ci sono le vacanze di Pasqua e ho un po' più di tempo libero, ci tenevo ad aggiornare un po' il blog. Ma andiamo a noi...
Qualche giorno fa ho ricevuto un'email da AFS con le informazioni utili circa il rientro in Italia ecc, ecc... Un'email tristissima in sostanza, il cui unico risultato è stato quello di mettere tanta, tanta, tantissima ansia. 
"Il tuo programma in Belgio Fiammingo è ormai quasi al termine...": non posso credere che io abbia ancora soltanto 97 giorni e poi sarà tutto "gedaan" (conluso). Sembra ieri che tra una lacrima e l'altra arrivavo insieme a tutti i "tipelli" italiani a La Foresta (Hogwarts) per la prima volta... Quel 23 Agosto non avevo la minima idea dell'esperienza che stava per cominciare e se ripenso alla ragazza un po' spaesata e terribilmente spaventata che ero, provo una grande tenerezza.
Sono cresciuta tanto in questi mesi, ho imparato tantissime cose: prima tra tutte ho imparato a cavarmela da sola, a sopravvivere, ad adattarmi e a scoprirmi ogni giorno. Al campo iniziale durante i vari workshops i volontari ci avevano chiesto perché avessimo deciso di partire e io, su due piedi, avevo risposto che era stato principalmente per curiosità ed intraprendenza; ma una ragazza di Hong Kong, Lowell, aveva detto così: "I left to find out myself, who really I am".
Nel corso di questi mesi ho pensato spesso a questa frase, perché anche io in un certo senso, come lei, ero alla ricerca di me stessa. Non dico che, quando fossi partita, non  ne avessi una certa (vaga) idea, ma credo che solo quando ti spogli di tutte le convenzioni, quando ti ritrovi veramente faccia a faccia con le tue paure e i tuoi peggiori timori, solo allora puoi capire veramente chi sei. E dopo sette mesi lontana, finalmente sento di poter dire che una delle cose principali che quest'esperienza mi ha donato non è stata la lingua o i (pochi) rapporti instaurati con le persone del posto: io ho scoperto me stessa, ho trovato la mia "verità", e questa rimane e rimarrà sicuramente una delle mie soddisfazioni maggiori.
Rivedo le foto scattate fino ad ora e - specialmente delle prime - penso: "Questa ero io, sì proprio io, Elisa... ma adesso sono così diversa! Sono un'altra Elisa... ma sempre io". Un po' mi aspettavo questa metamorfosi, già nel primo videoblog dicevo che probabilmente a fine esperienza sarei stata una persona completamente diversa, ma più che "totalmente cambiata" io mi sento "evoluta", maturata ecco. Mi sono successe tante di quelle cose, ho passato tante di quelle difficoltà, essenzialmente da sola, che tutto questo non ha fatto altro che cambiare la mia visione di me. Adesso mi sento abbastanza forte da poter affrontare il mondo intero, so che ne sarei capace, e sono fiera di tutto quello che ho fatto finora.
Mi sento come se i mesi fossero volati, letteralmente, e fa senso pensare che un anno sia passato così velocemente. E' ovvio che non vedo l'ora di tornare, di riassaporare i saporti di casa e respirare la calda aria mediterranea, ma mi rendo anche conto che ci lasciare le mie abitudini belga porta anche molta tristezza. Come sarà la vita senza De Lijn? Come sarà non prendere più almeno una volta al mese un treno della NMBS? Non vedere più centinaia di Panos o insegne di Het Belang Van Limburg. Nessuna Liefmans, Rodenbacht, Jupiler... Okay, ho ancora altri tre mesi, ma credete davvero che 90 giorni siano tanti? Sul serio? Ho l'ansia a mille: ci sono ancora così tante cose da fare, progetti da portare a termine, liste da completare, obiettivi da raggiungere, che quasi mi gira la testa se ci penso! Ma meglio non farsi prendere dal panico: per riuscire nel proprio intento bisogna sempre mantenere la calma ed il sangue freddo.
Inoltre, pensare di tornare mi spaventa terribilmente: se penso alla mia vita una volta tornata vedo solo un grande, grandissimo buco nero. Nessuna delle cose che ho lasciato è rimasta com'era e non so che piega prenderà la mia vita una volta rientrata... Ma meglio non pensarci troppo, non è ancora tempo per fare questi discorsi.
Tuttavia, devo farvi questa piccola confessione: ogni tanto, prima di dormire la maggior parte delle volte in realtà, mi faccio un po' il film dell'arrivo in aeroporto.. Penso chi ci sarà, chi non, come sarà sentirmi di nuovo a casa dopo dieci lunghi mesi di assenza.. In generale non mi piace farmi troppe 'illusioni' o cose del genere, ma è un'idea che mi torna in mente spesso. Più che altro perché penso che solo allora si vedrà chi è realmente importante e chi no, chi c'è e chi no. Chissà... vedremo.
Per adesso mi dico abbastanza soddisfatta delle amicizie che sono durate nonostante la distanza e talvolta anche a prolungati silenzi, ma c'è questo di meraviglioso: nonostante gli impedimenti e i rapporti talvolta sporadici, ci sono amicizie che hanno saputo resistere e persone che contano i giorni aspettando solo di riabbracciarvi. Queste sono le cose meravigliose della vita. Alla fine... rimane solamente chi vuole davvero rimanere: non importa che tu viva nella sua stessa città, in un'altra o su Marte: chi ti ama resta, a prescindere da tutto. E a chi ha preferito altro, posso solo dire che mi dispiace, ma infondo io non ho mai chiesto a nessuno di incatenarsi a me: siamo tutti liberi ed è proprio nella totale libertà che emerge la vera natura delle persone. E credo di aver detto abbastanza.
Una cosa è certa: (come disse la saggia Barbara<3) abbiamo una missione da portare a termine e poco importa se il percorso è stato ed è ancora oggi molto faticoso e doloroso. Non si torna indietro: piedi affondo e denti stretti, le cose vanno finite, questa missione va portata a termine, in tutto e per tutto!
Quindi, sì: iniziamo questo nuovo countdown! Non servirà solo per sapere quanto tempo manca per riabbracciare tutti, ma anche per 'dare più senso ai giorni che restano', per non buttare via nemmeno un istante.
Voglio concludere al meglio quest'avventura e ho fiducia in me e nel futuro quando dico che CE LA FARO'.


martedì 11 marzo 2014

Non uscire con una ragazza che viaggia.

Lei è quella coi capelli scompigliati, trascurati e stinti dal sole. La sua pelle è molto diversa da com’era prima. Non esattamente baciata dal sole. E’ bruciata e con i segni dell’abbronzatura, cicatrici e punture qui e lì. Ma per ogni segno sulla sua pelle ha un’avvincente storia da raccontare.

Non uscire con una ragazza che viaggia. E’ difficile da compiacere. Il solito appuntamento cena-film al centro commerciale l’annoierà a morte. La sua anima brama nuove esperienze ed avventure. Non sarà affatto scioccata dalla tua nuova macchina o dal tuo orologio. Preferirebbe scalare una montagna o lanciarsi da un aereo piuttosto che sentirti parlare di questo.

Non uscire con una ragazza che viaggia perché insisterà per farti prenotare un volo ogni volta che una compagnia aerea mette i saldi. Non andrà mai a ballare al Republiq. E non pagherà mai 100 euro per Avicii perché sa che un weekend di festa sarà equivalente più o meno ad una settimana di viaggio in un molto più entusiasmante posto lontano.

Molto probabilmente non ha un lavoro stabile oppure sta sognando di lasciarlo. Non vuole certo farsi un didietro così per il sogno di un altro. Lei ha il suo sogno e ci sta lavorando. E’ una freelancer. Fa soldi disegnando, scrivendo, facendo foto o qualcosa per cui c’è bisogno di creatività ed immaginazione. Non le far perdere tempo parlandole del tuonoioso lavoro.

Non uscire con una ragazza che viaggia. Potrebbe aver sprecato la sua laurea e cambiato completamente carriera. Adesso è un’istruttrice di  immersioni o un’insegnante di yoga. Non sa quando avrà la prossima paga, ma non lavora tutto il giorno come un robot, esce e prende quello che la vita le offre, e ti sfida a fare lo stesso.

Non uscire con una ragazza che viaggia perché lei ha sceltouna vita di incertezza. Non ha un programma né un indirizzo fisso. Segue la corrente e va dove la porta il cuore. Balla al ritmo del suo stesso tamburo. Non ha un orologio. I suoi giorni sono scanditi dal sole e dalla luna. Quando sentirà il richiamo delle onde, la vita si fermerà e ignorerà tutto e tutti per un momento. Ma allo stesso tempo,  ha imparato che fare surf non è la cosa più importante nella vita.

Non uscire con una ragazza che viaggia perché lei tende aparlare sinceramente. Non cercherà mai di fare una buona impressione sui tuoi genitori o i tuoi amici. E’ rispettosa ma non le fa affatto paura intavolare una discussione su problemi globali e responsabilità sociali.

Lei non avrà mai bisogno di te. Sa come montare una tenda e avvitarne le alette senza il tuo aiuto. Cucina bene e non avrà mai bisogno che le paghi un pasto. E’ autonoma, e non le importerà se viaggi con lei o meno. Si dimenticherà di farti sapere quando è arrivata a destinazione. E’ troppo impegnata a vivere il presente. Parla agli sconosciuti. Conoscerà tante persone interessanti che la pensano come lei da tutto il mondo e che condividono le sue stesse passioni e i suoi stessi sogni. Con te si annoierà.

Quindi non uscire con una ragazza che viaggi a meno che tu non riesca a tenere il suo passo. E se senza volerlo te ne innamori, non ti azzardare a trattenerla.  Lasciala andare.



martedì 18 febbraio 2014

NIET THUIS ZITTEN!

Tijdens mijn leven hier in Belgie ik heb veel mooie steden gezien: Hasselt, de hoofdstad van mijn regio, het Limburg, Brussel, de grote hoofdstad van Belgie, Leuven, super universiteit stad, Antwerpen, stad van diamenten en fashion, Gent, mijn beste, en ook sommige kleiner steden zoals Genk, Kortrijk, Lanaken, Dilbeek en zoeits.
Natuurlijk ik ben naar de bepalde (en de allene) winkel van Primark geweest, in Luik, voorbeeld van Wallonie, en maandelijk ga ik na Maastricht, Netherlands, want het zo dicht bij mijn huis is. Ik heb veel gezien, maar in mijn lijstje zijn er nog belangrijk halde zoals Brugge of Oostende, die ik heb nooit gezien sinds nu (maar waar hoop ik om gaan snel toe!).
En mijn liefde voor reis kan niet enkel in de kleine (maar altijd liefe) Belgie zitten: over een paar weken zal ik vliegen na Hongarije, na mijn beste vrienden, en deze week met de school gaan wij enkel voor één dag na Aken, een mooie stad van Duitsland. Oh, ik was bijn aan vergeven dat in April zal ik ga ook na Parijs en wel Amsterdam... dat is fantastisch, voel ik echt entusiastisch :) Super jaar, deze! Mijn oogen zijn echt vol van beelden, emoties ezv...!
Ik voel gelukkige want ik had/heb de opportuniteit om zo veel doen en moet ik dank je zeggen aan mijn natuurlijke ouders en ook aan mijn gest familie: het is niet altijd zo mogellijk om vinden zo vriendelijke mensen en het is bijna een droom voor me. Wonnen met speciale mensen, die houden me, el indien ik ben niet een 'persoon van bloed', is een zeldzaam geluk en ik ben klopt waanner zeg ik dat ik heb drie zousjes, een broer en vier ouders! Ik ben aan dromen...
Echter, wat ga ik tuurlijk missen van Vlaanderen zijn veel dingen: de mensen, mijn gewoonten, de vrienden, de mooie platsen... maar een belangrijk deal is voor de eten :P Wat zal zijn mijn leven zonder deze lekker bieren, wafels, chocolade, groenten, ezv die kan ik niet in Italie vinden?! Toch de beste ding van deze ervaring zijn de AFS spectaculaire studenten, heel speciale jongen en meisjes. Ik heb vrienden overal de wereld en is er geen limiet. DANK JE
(Bijna) zes maanden hebben veel aan me gegeft, maar nog de andere vier moeten ook veel reserveren en geven! De beste moet nog aankomen! En is heel klopt om te zeggen dat alles een cadeauje is. De taal, bij voorbeeld, deze vreemd, raar taal... niet zo mooie! Ook dit is een cadeauje. De lachen wel, de liefde voor deze staad en ook de slechten momenten: alles een grote cadeauje is. Bij deze ervaring ik heb veel dingen geleert, maar eerste ik heb geleert om te houden het leven en denken over allemaal als een alleen , rijk opportunieit.
Dus niet thuis zitten: ga buiten, exploreren jullie wat wordt daar... WORDEN JULLIE OOK EEN AFS UITWISSELINGSTUDENTE!


martedì 4 febbraio 2014

Elisa in transferta? ;)


Ebbene sì, leggete bene: BUDAPEST!
Vado a trovare due dei miei migliori amici, Mario e Matteo, che sono in Ungheria sempre con AFS! Ancora non posso credere che AFS mi abbia dato il 'via libera' per poter andare, ma sono davvero al settimo cielo! Partirò tra un mese, durante le vacanze di Carnevale e... non vedo l'ora di riabbracciarli! :')
TROPPO FELICE!

domenica 2 febbraio 2014

Mi dichiaro "nomade"

Si prova una strana sensazione quando si parte. Sentire i piedi che quasi si sollevano dal terreno, camminare veloci, sospinti da quella brezza frizzante di avventura che ci inebria e ci avvolge... c'è qualcosa di magico nel prendere le proprie cose e riempire una valigia, uno spazio relativamente piccolo che viene riempito da una vita relativamente grande. Cosa portiamo con noi quando dobbiamo affrontare un viaggio? Tutto quello che logicamente ci serve, ovviamente: i vestiti, la crema per il corpo, non dimenticate lo spazzolino, eh! Ma quello che davvero impacchettiamo, incellofaniamo e chiudiamo con una cerniera è la nostra voglia di esplorare, di divorare il mondo.
Gli occhi e la mente non bastano per contenerla e, infatti, la maggior parte di noi sente il bisogno sfrenato di catturare i momenti più significativi della propria esperienza: con le foto, scrivendo, magari registrando un video... Pensiamo ai viaggi che facciamo come ad un avvenimento speciale che si è verificato in quel determinato anno/mese/settimana e chiamiamo quel tempo con il nome della nostra destinazione. Non pensiamo a quello che è successo nel mentre durante la nostra momentanea assenza, ma ricordiamo solo quell'attimo.
Molti potrebbero anche chiamarla "vacanza", ma io sto parlando di partenze in generale, da quelle fatte per lavoro a quelle ovviamente per piacere, e almeno per quanto riguarda il primo caso non credo sia il termine più appropriato da utilizzare. Anche se lasciatemi dire che avere la possibilità di viaggiare, svolgendo il proprio lavoro, è una delle fortune che mi auguro di avere. Sarà che personalmente mi diverte prendere spesso il treno o l'aereo, anche per periodi di tempo abbastanza lunghi: certe volte, sì, ci si annoia, ma trovo molto, molto più noioso stare a letto o sul divano a grattarsi la pancia o incollati ad una scrivania. 
E stando qui, vivendo tra le mucche e le distese verdi, circondata solo ed esclusivamente dalla natura ed eccezionalmente da qualche (rara) casetta di campagna, ho capito una cosa: ci sono alcuni di noi che, ovunque li mettiate, sentiranno sempre il bisogno di allontanarsi. Non perché non riescano ad essere "felici" in un determinato luogo, ma perché è il loro spirito a sentirne il bisogno, a sentire come necessità quella di prendere e andare, non importa dove, ma andare...
Sono partita un anno della mia vita perché Palermo in un certo senso mi stava stretta, vivere una vita "normale" (perdonatemi il termine) mi sembrava limitativo e ho voluto cambiare tutto: sono diventata un'exchange student ed eccomi qui, in Belgio, un anno e mezzo dopo aver preso questa grande decisione. Vivo lontana da quella che è "casa mia" da circa 5 mesi e, superato lo choc iniziale, ammetto di averci preso proprio gusto.
Quest'esperienza non è esattamente come la immaginavo, non è né peggiore né migliore rispetto le mie fantasie, ma riconosco certamente una cosa: all'inizio credevo che, se fossi partita con AFS, per il mio periodo all'estero nella mia mente sarebbe esistito solo il mio Paese ospitante, ma fermarsi in un posto e rimanerci bloccare la propria mente e il proprio spirito lì è... un'idea che mi sta davvero stretta, almeno per ora. 
Ho una lista piuttosto lunga di posti da visitare, in cui vorrei andare "almeno una volta nella vita" e in alcuni di questi per più di una semplice "vacanza". Una "wish list", chiamiamola così, ma altro non è che la somma dei miei sogni.
In ogni caso ho deciso di dichiararmi nomade, perché non sento di avere una casa precisa. Certo, a Palermo c'è la mia casetta, così dolce, accogliente, con tutte le mie cose, con la mia mamma e il mio papà e le voci caotiche della città che attraversano i muri e i vetri; così come a Kesselt, c'è una grande dimora che è diventata praticamente la cosa più familiare per me qui in Belgio. Ma oggettivamente la mia dimora è il mondo, nella sua totale vastezza ed immensità io non mi sento per nulla spaesata, anzi... più si allarga l'orizzonte, più mi sento viva e libera. 
Ho 17 anni e per fortuna anche tanta, tanta voglia di vivere: non esistono limiti intorno a me, li abbatterò tutti, perché non c'è niente di meglio di sentirsi liberi e leggeri e prendere la propria vita e trasformarla in quello che abbiamo sempre sognato di essere! Difficile spesso, ma fidatevi se vi dico che è sempre meglio provare a fare l'impossibile, piuttosto che rinunciarvi per puro principio.
E dopo questo soliloquio molto riflessivo (forse un po' troppo :P) vi saluto e vi mando un grosso bacio van Vlaanderen <3

Tot zienssss

martedì 14 gennaio 2014

Lettera alla mia mamma

"Lo vuoi sapere cosa sto pensando in questo momento? Non stavo facendo niente di ché, rivedevo certe foto, vecchie foto del 2011, fatte nel salone di casa e sono arrivata a pensare che questa è la cosa più bella che vi resterà di me. Fammi spiegare... Più in là, quando andrò a vivere per i fatti miei, o anche adesso che non sono presente fisicamente, tu e papà siete padroni di un patrimonio prezioso e profondo per la nostra famiglia: è la cosa più bella che vi resterà di me.
Io in quella casa ci ho vissuto, ci sono ricordi ovunque e, tra gioie e dolori, quelle quattro mura hanno visto il lento scorrere della mia esistenza per questi primi sedici anni e mezzo di vita. Mi hanno vista gattonare, cantare davanti la TV imitando le Winx o Hannah Montana, mi hanno vista disperarmi per lo studio e hanno assistito a diversi momenti di pazzia e fragilità; quelle quattro mura hanno conosciuto i miei amici e gli amori che ho avuto. Sanno tutto di me ed è proprio per questo che posso definirle "casa mia".
La mia anima e la mia essenza sono in un certo qual modo racchiuse lì, perciò... se mai sentirai la mia mancanza o sarai giù perché non c'è più nessuno a fare rumore per casa, non devi far altro che pensare che io sono già lì: ovunque mi trovi e qualsiasi cosa accada, casa mia sarà sempre una certa rappresentazione della mia persona.
Magari non sarà stata la casa dei sogni: non è grandissima e il nostro condominio merita certamente un premio nobel per le rotture di scatole, ma tutto questo è relativamente importante: è casa nostra ed è il fulcro dei nostri ricordi.
Io so bene che vorresti non vedermi mai andare oltre quella soglia, in un certo senso è il sogno di tutte le mamme non dover mai lasciar andare via i propri figli, specie poi se quelli sono figli unici, ma se tu non mi avessi concesso di andare via, di sperimentare, di mettermi alla prova, di fare qualcosa di cui non tutti sono capaci... Probabilmente non ti avrei mai scritto questa cosa. Perciò, ti dico di essere fiduciosa per il futuro ed orgogliosa di tutto quello che hai fatto per far sì che io crescessi al meglio.
Io sono fiera della persona che sono e spero che anche tu lo sia di me.
Ti voglio bene, perché, anche se quando siamo insieme ci scanniamo per il 99% del tempo, almeno sappiamo di volerci bene, nonostante tutto (e tutto questo vale anche per papà, ovviamente)."


Un anno all'estero non ti permette soltanto di cimentarti con una nuova cultura o di apprendere una nuova lingua; un anno all'estero ti dona la consapevolezza di quali sono le cose realmente importanti per te e - soprattutto - di chi sono i tuoi affetti. Un anno all'estero ti dona tanto, ma proprio tanto, sotto ogni punto di vista.

lunedì 6 gennaio 2014

Wacht iedereen voor iets

Mi sento un po' come un naufrago in questo momento: la tempesta, una delle peggiori, una delle più dure, si è abbattuta su di me e nonostante tutto sono rimasta viva, incolume. Mi sento grata di essere 'sopravvissuta' per il semplice fatto che amo la vita e tutto ciò che ne fa parte. Non mi lascerò abbattere da niente e da nessuno.
Elisa, la 'naufraga', in questo momento, comunque, si trova su un'isola deserta, sperduta in un oceano vasto e profondo: non c'è nessuno nelle vicinanze e il territorio è interamente incolto, intoccato. E' uno di quei posti inesplorati e deserti, che nascondono mille insidie e mille sorprese, ma forse è proprio ciò che mi ci vuole... Ho bisogno di riflettere su me stessa e sulla mia vita in questo momento. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria e pensare solamente ed esclusivamente a me. 
Spesso nel rapporto con gli altri ci dimentichiamo cosa voglia dire prendersi cura di se stessi, non dimenticarsi, scegliersi sempre e comunque: mi rendo conto che probabilmente in questi ultimi sei mesi mi sono lasciata oscurare, mi sono dedicata interamente ad una persona che, sì, ho amato con tutto il cuore, l'anima e le viscere, ma che alla fine... non mi ha lasciato niente. Anzi, mi ha tolto molto e questo lo ritengo un torto terribile; ma non è certo di questo di cui voglio parlare.
Ho scritto che "tutti aspettiamo qualcosa": ecco, io aspetto di ritrovare me stessa.
Aspetto di apprendere a piano questa lingua, così strana alle volte, eppure.. così affascinante! (Il mio stato mentale è decisamente degenerato considerato che mi ritrovo a dire che una lingua rude e gutturale come il Fiammingo sia "affascinante"..) Ma quando mi cimento con questa lingua mi sento felice: mi metto alla prova e mi sorprende vedere che alle volte mi risulta più naturale parlare in questo linguaggio, che alla fine conosco appena, piuttosto che nella mia lingua madre.
Aspetto di riabbracciare i miei amici, riprendere la vita che ho lasciato. Sono felice in Belgio, in questo momento non vorrei mai e poi mai terminare quest'esperienza, ma mi sento come se una parte del mio cuore fosse dispersa per il mondo e... è decisamente così. Un anno è davvero un lungo periodo di tempo, ma le cose buone non sono mai facili, quindi... ne varrà la pena, no?
Aspetto di maturare certe situazioni. Ringrazio ogni giorno la casualità della vita che mi porta puntualmente a sorprendermi per quanto la nostra gioia sia fatale. Nell'ultimo periodo sono stata convinta che la mia vita sarebbe finita con una persona, che dopo di lui non avrei più potuto provare nulla né tanto meno avere fiducia nel genere maschile. Gradissimo errore: non si deve mai sottovalutare la vita. Quando ci accade qualcosa di brutto, tendiamo a pensare che non ne usciremo mai, che il dolore ci opprimerà per sempre; ma soprattutto finiamo per credere che la persona che ci ha ferito e che probabilmente adesso è felice ed appagata dalla sua nuova vita, senza di noi, avrà un futuro più lieto del nostro, che noi non saremo mai così "fortunati". Beh, siamo stupidi quando pensiamo queste cose.
Se nella nostra vita c'è anche una sola persona che ci rincuora, che è costantemente pronta a darci un abbraccio e, soprattutto, A FARCI RIDERE, allora vale la pena tenere duro e lottare, contro tutti gli stronzi, gli ipocriti e i traditori. Chi ci volta le spalle ingiustamente finirà per pentirsene, prima o poi. Sono fortunata, nonostante tutto, perché sto vivendo un'esperienza unica, che forse non mi ricapiterà mai più, e dovrei essere immensamente grata solo solo per questo. E come se questo non bastasse godo anche della presenza di amici spettacolari, che, anche se lontani, mi abbracciano quotidianamente, attraverso i chilometri, la distanza e tutte le complicazioni.
E mi sento felice, nonostante tutto, perché c'è ancora qualcuno che riesce a farmi ridere, con cui riesco a condividere una parte di me stessa, che non mostro sempre a chiunque. Magari con questa persona non ci sarà ancora una grandissima intimità né tanto meno la possibilità concreta di approfondire i rapporti, ma, come ho detto, io aspetto, pazientemente, che tutto venga con i suoi tempi. Magari andrà bene o magari no: niente nasce dal nulla e la mia vita, comunque, in questo momento è qui, non altrove, perciò anche la mia mente deve restare concentrata, a prescindere da tutto: devo concludere al meglio la mia missione, l'obiettivo per cui ho tanto lottato. La pazienza è la virtù dei forti e, al contrario del mio solito, ogni tanto mi ricordo che aspettare e lasciare che le cose crescano e si sviluppino con il loro esito naturale, è una delle cose migliori e più piacevoli a cui possiamo mirare.
Ho corso troppo certe volte, volendomi sentire subito grande, volendo sfidare la mia fortuna e la vita stessa, ho messo in gioco tutto e, non dico di aver perso ogni cosa, ma certamente quando si scommette, si deve tenere anche conto di perdere.. Infondo, magari, sarà il prossimo giro ad essere più fortunato, ma noi dobbiamo imparare a giocare al meglio le nostre carte e con questo credo davvero di aver detto tutto.
Perciò, abbiate (abbiamo) fiducia nel futuro: la vita non è sempre perfetta, ma è proprio così, nella sua imperfezione, che noi ci sentiamo realmente felici. Se tutto fosse come desideriamo, se ottenessimo tutto subito e con la massima facilità, probabilmente ci stancheremmo di tutto e finiremmo per gettare via ogni cosa, disprezzandola e non cogliendone il valore.
Io ho capito che nella vita la cosa più importante che bisogna fare è non perdere mai la propria bussola, per nessun motivo o persona. La storia più bella è quella che si ha con se stessi e le persone che entrano nella nostra vita sono solo dei meravigliosi, speciali, insostituibili capitoli che ci arricchiscono profondamente; ma come potrebbero gli altri amarci, se prima di tutto non siamo noi ad amare noi stessi? A crederci belli, indistruttibili, inarrestabili, pieni di risorse?
Andate avanti, in ogni occasione.
Andate sempre, sempre avanti.