domenica 2 febbraio 2014

Mi dichiaro "nomade"

Si prova una strana sensazione quando si parte. Sentire i piedi che quasi si sollevano dal terreno, camminare veloci, sospinti da quella brezza frizzante di avventura che ci inebria e ci avvolge... c'è qualcosa di magico nel prendere le proprie cose e riempire una valigia, uno spazio relativamente piccolo che viene riempito da una vita relativamente grande. Cosa portiamo con noi quando dobbiamo affrontare un viaggio? Tutto quello che logicamente ci serve, ovviamente: i vestiti, la crema per il corpo, non dimenticate lo spazzolino, eh! Ma quello che davvero impacchettiamo, incellofaniamo e chiudiamo con una cerniera è la nostra voglia di esplorare, di divorare il mondo.
Gli occhi e la mente non bastano per contenerla e, infatti, la maggior parte di noi sente il bisogno sfrenato di catturare i momenti più significativi della propria esperienza: con le foto, scrivendo, magari registrando un video... Pensiamo ai viaggi che facciamo come ad un avvenimento speciale che si è verificato in quel determinato anno/mese/settimana e chiamiamo quel tempo con il nome della nostra destinazione. Non pensiamo a quello che è successo nel mentre durante la nostra momentanea assenza, ma ricordiamo solo quell'attimo.
Molti potrebbero anche chiamarla "vacanza", ma io sto parlando di partenze in generale, da quelle fatte per lavoro a quelle ovviamente per piacere, e almeno per quanto riguarda il primo caso non credo sia il termine più appropriato da utilizzare. Anche se lasciatemi dire che avere la possibilità di viaggiare, svolgendo il proprio lavoro, è una delle fortune che mi auguro di avere. Sarà che personalmente mi diverte prendere spesso il treno o l'aereo, anche per periodi di tempo abbastanza lunghi: certe volte, sì, ci si annoia, ma trovo molto, molto più noioso stare a letto o sul divano a grattarsi la pancia o incollati ad una scrivania. 
E stando qui, vivendo tra le mucche e le distese verdi, circondata solo ed esclusivamente dalla natura ed eccezionalmente da qualche (rara) casetta di campagna, ho capito una cosa: ci sono alcuni di noi che, ovunque li mettiate, sentiranno sempre il bisogno di allontanarsi. Non perché non riescano ad essere "felici" in un determinato luogo, ma perché è il loro spirito a sentirne il bisogno, a sentire come necessità quella di prendere e andare, non importa dove, ma andare...
Sono partita un anno della mia vita perché Palermo in un certo senso mi stava stretta, vivere una vita "normale" (perdonatemi il termine) mi sembrava limitativo e ho voluto cambiare tutto: sono diventata un'exchange student ed eccomi qui, in Belgio, un anno e mezzo dopo aver preso questa grande decisione. Vivo lontana da quella che è "casa mia" da circa 5 mesi e, superato lo choc iniziale, ammetto di averci preso proprio gusto.
Quest'esperienza non è esattamente come la immaginavo, non è né peggiore né migliore rispetto le mie fantasie, ma riconosco certamente una cosa: all'inizio credevo che, se fossi partita con AFS, per il mio periodo all'estero nella mia mente sarebbe esistito solo il mio Paese ospitante, ma fermarsi in un posto e rimanerci bloccare la propria mente e il proprio spirito lì è... un'idea che mi sta davvero stretta, almeno per ora. 
Ho una lista piuttosto lunga di posti da visitare, in cui vorrei andare "almeno una volta nella vita" e in alcuni di questi per più di una semplice "vacanza". Una "wish list", chiamiamola così, ma altro non è che la somma dei miei sogni.
In ogni caso ho deciso di dichiararmi nomade, perché non sento di avere una casa precisa. Certo, a Palermo c'è la mia casetta, così dolce, accogliente, con tutte le mie cose, con la mia mamma e il mio papà e le voci caotiche della città che attraversano i muri e i vetri; così come a Kesselt, c'è una grande dimora che è diventata praticamente la cosa più familiare per me qui in Belgio. Ma oggettivamente la mia dimora è il mondo, nella sua totale vastezza ed immensità io non mi sento per nulla spaesata, anzi... più si allarga l'orizzonte, più mi sento viva e libera. 
Ho 17 anni e per fortuna anche tanta, tanta voglia di vivere: non esistono limiti intorno a me, li abbatterò tutti, perché non c'è niente di meglio di sentirsi liberi e leggeri e prendere la propria vita e trasformarla in quello che abbiamo sempre sognato di essere! Difficile spesso, ma fidatevi se vi dico che è sempre meglio provare a fare l'impossibile, piuttosto che rinunciarvi per puro principio.
E dopo questo soliloquio molto riflessivo (forse un po' troppo :P) vi saluto e vi mando un grosso bacio van Vlaanderen <3

Tot zienssss

Nessun commento:

Posta un commento