Ebbene si, meno di un mese e si torna "finalmente" in patria. Ammetto che fino ad ora ho sempre aspettato con impazienza questo giorno, ma adesso, adesso che il tempo sta per scadere e l'incertezza nera di quello che mi aspetta in Sicilia si fa sempre più realistica... Non so, forse quasi mi dispiace tornare. (Ovviamente tutto questo è soggetto al mio perenne umore lunatico: un giorno parlo cosi ed il seguente possibilmente piango per l'impazienza di tornare in quella terra meravigliosa che è casa mia..). La.verità? L'erba del vicino è sempre più verde.
Volevo scrivere questo post non tanto per raccontarvi del mio esaurimento da esami (qui in Belgio a fine anno si fanno in media due settimane di esami, in cui per ogni materia bisogna preparare il programma degli ultimi sei mesi... Che cosa "simpatica") o dei progetti che ho per le ultime settimane (Rotterdam, Werchter, Bobbejaland, Vijver Feetsje, studio televisivo a Brussel, ecc ecc) ma parlare un po' al "solito mio" su quanto sono arrivata a capire.
In questi 298 giorni all'estero il mio pensiero circa l'anno all'estero è cambiato innumerevoli volte, più che altro direi che si è evoluto col tempo. All'inizio ero totalmente entusiasta: feste, bella vita, divertimenti, tutto andava bene... E avoglia se ero contenta! Di cosa potevo lamentarmi? Sembrava tutto perfetto! Ma poi, dopo circa un mese e mezzo (ecco la.prima curva del famoso 'pesce' - gli afser SANNO a cosa mi riferisco ahah) ed è iniziato lo stress: per la lingua incomprensibile, per le relazioni che cominciavano ad arruginirsi, per la.nostalgia, per l'adattamento culturale... Insomma, il quadretto perfetto cominciava a mostrare delle crepe. Crepe che si sono ingigantite nei mesi, fino a distruggere completamente quell'idilliaca immagine dell'esperienza che mi aveva illusa all'inizio di tutto. Ho sofferto come un cane, lo dico in maniera schietta e Febbraio-Marzo è stato proprio il periodo in cui stavo per mollare e mandare tutto all'aria. Ho odiato tutto e tutti, ogni singola persona che mi stesse vicino, qualsiasi cosa mi circondasse mi ispirava violenza e antipatia e più volte mi sono chiesta se il problema fossi stata io, che magari eron"asociale", o "loro/il Belgio" che forse non faceva per me. Fatto sta che, nonostante tutto ciò, ho stretto i denti e sono rimasta ferma nella decisione che avevo preso parecchio tempo fa: dovevo portare a termine ciò che avevo iniziato.
E piano piano quella nuvola nera dentro di me ha cominciato a dissolversi, fino a quando, ora, sento in me una profonda gratitudine per quest'esperienza. Mi ero superficialmente fermata alla delusione per aver perso qualcuno, al risentimento per quell'illusione perfetta che in realtà celava altro, ma adesso capisco che l'anno all'estero è molto altro: non si tratta solo di imparare a comunicare/relazionarsi con gente totalmente nuova, ne bisogna credere che sarà "l'anno migliore della nostra vita": quello forse potremmo deciderlo quando saremo vecchi e senza denti. Piuttosto è l'anno più importante della nostra vita, perché quello che noi abbiamo imparato in un anno, grazie a questa esperienza, cibrestera' per sempre dentro e non potremo mai dimenticarlo. L'anno all'estero è - almeno secondo la mia modestissima opinione - principalmente un'autentica scoperta di se stessi.
Si impara a sapersela cavare ed adattarsi, ad essere noi stessi per primi i sostenitori di noi stessi, a stupirsi, meravigliarsi, a deludere anche, ma penso onestamente che è proprio attraverso un'esperienza "difficile" che si finisce per imparare ed apprezzare tutto di più. Se avessi continua ti ad avere quell'esperienza perfetta che immaginavo all'inizio, probabilmente non sarei cresciuta e non sarei arrivata alla conclusione che questo exchange in Belgio è stato principalmente un viaggio alla scoperta di me stessa.
Adesso veramente credo che partire sia stata la scelta migliore che abbia potuto fare e mi auguro di ritornare qui, in Belgio, almeno un'altra volta, per rivedere tutti. Anche se i miei sogni e i miei progetti riguardano altri Lu ogni ed altri generi di esperienze, questo po sto mi ha dato tanto e lo ricorderò sempre con piacere.
Mi sento soddisfatta, felice della persona che sono arrivata ad essere e spero che questo blog e queste riflessioni possano un giorno aiutare anche altri exchange students , che siano in Belgio o in qualche altra parte del mondo.
Voglio augurare a tutti i ragazzi in partenza un sincero in bocca al lupo, ricordatevi che lancosa più importante è non mollare mai, anche se la situazione sembra disperata: non mollate e fidatevi di me. Un giorno tutto assumerà un senso e vi sentirete soddisfatti, ve lo prometto.