Mi sento un po' come un naufrago in questo momento: la tempesta, una delle peggiori, una delle più dure, si è abbattuta su di me e nonostante tutto sono rimasta viva, incolume. Mi sento grata di essere 'sopravvissuta' per il semplice fatto che amo la vita e tutto ciò che ne fa parte. Non mi lascerò abbattere da niente e da nessuno.
Elisa, la 'naufraga', in questo momento, comunque, si trova su un'isola deserta, sperduta in un oceano vasto e profondo: non c'è nessuno nelle vicinanze e il territorio è interamente incolto, intoccato. E' uno di quei posti inesplorati e deserti, che nascondono mille insidie e mille sorprese, ma forse è proprio ciò che mi ci vuole... Ho bisogno di riflettere su me stessa e sulla mia vita in questo momento. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria e pensare solamente ed esclusivamente a me.
Spesso nel rapporto con gli altri ci dimentichiamo cosa voglia dire prendersi cura di se stessi, non dimenticarsi, scegliersi sempre e comunque: mi rendo conto che probabilmente in questi ultimi sei mesi mi sono lasciata oscurare, mi sono dedicata interamente ad una persona che, sì, ho amato con tutto il cuore, l'anima e le viscere, ma che alla fine... non mi ha lasciato niente. Anzi, mi ha tolto molto e questo lo ritengo un torto terribile; ma non è certo di questo di cui voglio parlare.
Ho scritto che "tutti aspettiamo qualcosa": ecco, io aspetto di ritrovare me stessa.
Aspetto di apprendere a piano questa lingua, così strana alle volte, eppure.. così affascinante! (Il mio stato mentale è decisamente degenerato considerato che mi ritrovo a dire che una lingua rude e gutturale come il Fiammingo sia "affascinante"..) Ma quando mi cimento con questa lingua mi sento felice: mi metto alla prova e mi sorprende vedere che alle volte mi risulta più naturale parlare in questo linguaggio, che alla fine conosco appena, piuttosto che nella mia lingua madre.
Aspetto di riabbracciare i miei amici, riprendere la vita che ho lasciato. Sono felice in Belgio, in questo momento non vorrei mai e poi mai terminare quest'esperienza, ma mi sento come se una parte del mio cuore fosse dispersa per il mondo e... è decisamente così. Un anno è davvero un lungo periodo di tempo, ma le cose buone non sono mai facili, quindi... ne varrà la pena, no?
Aspetto di maturare certe situazioni. Ringrazio ogni giorno la casualità della vita che mi porta puntualmente a sorprendermi per quanto la nostra gioia sia fatale. Nell'ultimo periodo sono stata convinta che la mia vita sarebbe finita con una persona, che dopo di lui non avrei più potuto provare nulla né tanto meno avere fiducia nel genere maschile. Gradissimo errore: non si deve mai sottovalutare la vita. Quando ci accade qualcosa di brutto, tendiamo a pensare che non ne usciremo mai, che il dolore ci opprimerà per sempre; ma soprattutto finiamo per credere che la persona che ci ha ferito e che probabilmente adesso è felice ed appagata dalla sua nuova vita, senza di noi, avrà un futuro più lieto del nostro, che noi non saremo mai così "fortunati". Beh, siamo stupidi quando pensiamo queste cose.
Se nella nostra vita c'è anche una sola persona che ci rincuora, che è costantemente pronta a darci un abbraccio e, soprattutto, A FARCI RIDERE, allora vale la pena tenere duro e lottare, contro tutti gli stronzi, gli ipocriti e i traditori. Chi ci volta le spalle ingiustamente finirà per pentirsene, prima o poi. Sono fortunata, nonostante tutto, perché sto vivendo un'esperienza unica, che forse non mi ricapiterà mai più, e dovrei essere immensamente grata solo solo per questo. E come se questo non bastasse godo anche della presenza di amici spettacolari, che, anche se lontani, mi abbracciano quotidianamente, attraverso i chilometri, la distanza e tutte le complicazioni.
E mi sento felice, nonostante tutto, perché c'è ancora qualcuno che riesce a farmi ridere, con cui riesco a condividere una parte di me stessa, che non mostro sempre a chiunque. Magari con questa persona non ci sarà ancora una grandissima intimità né tanto meno la possibilità concreta di approfondire i rapporti, ma, come ho detto, io aspetto, pazientemente, che tutto venga con i suoi tempi. Magari andrà bene o magari no: niente nasce dal nulla e la mia vita, comunque, in questo momento è qui, non altrove, perciò anche la mia mente deve restare concentrata, a prescindere da tutto: devo concludere al meglio la mia missione, l'obiettivo per cui ho tanto lottato. La pazienza è la virtù dei forti e, al contrario del mio solito, ogni tanto mi ricordo che aspettare e lasciare che le cose crescano e si sviluppino con il loro esito naturale, è una delle cose migliori e più piacevoli a cui possiamo mirare.
Ho corso troppo certe volte, volendomi sentire subito grande, volendo sfidare la mia fortuna e la vita stessa, ho messo in gioco tutto e, non dico di aver perso ogni cosa, ma certamente quando si scommette, si deve tenere anche conto di perdere.. Infondo, magari, sarà il prossimo giro ad essere più fortunato, ma noi dobbiamo imparare a giocare al meglio le nostre carte e con questo credo davvero di aver detto tutto.
Perciò, abbiate (abbiamo) fiducia nel futuro: la vita non è sempre perfetta, ma è proprio così, nella sua imperfezione, che noi ci sentiamo realmente felici. Se tutto fosse come desideriamo, se ottenessimo tutto subito e con la massima facilità, probabilmente ci stancheremmo di tutto e finiremmo per gettare via ogni cosa, disprezzandola e non cogliendone il valore.
Io ho capito che nella vita la cosa più importante che bisogna fare è non perdere mai la propria bussola, per nessun motivo o persona. La storia più bella è quella che si ha con se stessi e le persone che entrano nella nostra vita sono solo dei meravigliosi, speciali, insostituibili capitoli che ci arricchiscono profondamente; ma come potrebbero gli altri amarci, se prima di tutto non siamo noi ad amare noi stessi? A crederci belli, indistruttibili, inarrestabili, pieni di risorse?
Andate avanti, in ogni occasione.
Andate sempre, sempre avanti.